Il nuovo complesso parrocchiale di periferia, nel quartiere romano della Magliana, si presenta come un piccolo nucleo urbano capace di realizzare un singolare equilibrio con l’intorno cittadino mentre, al suo interno, armonizza i diversi spazi e le opere d’arte. La grande vetrata circolare assume un valore caratterizzante di inconsueta potenza simbolica. Foto: Archivio Sartogo Associati – Andrea Jemolo L’idea di coinvolgere artisti di fama internazionale già dalle prime fasi della progettazione di un edificio religioso nasce dalla volontà degli architetti Piero Sartogo e Nathalie Grenon di riproporre, come in passato, l’emozione di concepire una chiesa come un unicum irripetibile in cui architettura e arte si fondono nel comune obiettivo di creare uno spazio dalla forte spiritualità, carico di simbolismo. L’architettura, attraverso una serie di rimandi e allusioni geometriche, richiama concezioni teologiche legate alla figura del cerchio e al volume della sfera come simbolo del mistero del cosmo e memoria del mistero di Dio identificato come “sfera infinita”. L’arte, invece, talvolta viene chiamata a reinterpretare i simboli della fede cristiana (Paladino con la sua via crucis, Mattiacci con la croce, Ruffo col volto di Cristo), talvolta dà un valore aggiunto ad un semplice elemento architettonico, caricandolo di simbolismo cristiano (la cancelllata di Uncini, la vetrata della Accardi, la pittura murale di Tirelli, l’installazione luminosa della Dynys). La nuova chiesa del Santo Volto di Gesù è concepita come un unico organismo attraversato da un percorso a cielo aperto.
In tal modo essa reinterpreta l’idea di una chiesa che, per millenni, è sempre stata considerata non solo luogo di culto ma anche un luogo di incontro e socializzazione. Sulla base di questa idea, il sagrato della nuova chiesa suggerisce l’idea della città – communitas che penetra lo spazio sacro. Con la sua forma a “V” sembra quasi voler accogliere, come due braccia tese, i fedeli e diventa uno spazio di avvicinamento tra gli uomini e Dio, culminando verso il punto di fuga della croce, simbolo del sacrificio di Cristo e "proiezione del cammino del Figlio di Dio in mezzo agli uomini". L’aula ecclesiale, a forma semicircolare, allude alla famiglia che si raccoglie intorno all’altare dove si celebra l’eucaristia ed è racchiusa da una semicupola che si completa virtualmente all’esterno.
Il volume della sfera infatti è interrotto solo fisicamente dalla grande vetrata circolare che si staglia dietro l’altare, per ricomporsi virtualmente all’esterno attraverso una abside semicircolare. "Non era mai stata concepita una cupola che racchiude, come in questo caso, sia lo spazio interno, sia lo spazio esterno." Provenendo dal sagrato, il diaframma Paola Vaglio, architetto
Chiesa del Santo Volto – Diocesi d
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