Certificazioni e sostenibilità

La sostenibilità ormai è un elemento essenziale per la qualità della vita e necessario fattore di giudizio per il valore sul mercato della casa. Promuovere standard procedurali che stabiliscano i parametri con cui deve essere progettata e realizzata una casa è un segno di civiltà, un passo in più verso la trasparenza e la sicurezza.

Giuseppe Maria Jonghi Lavarini, architettoLa sostenibilità di un edificio non appare allo sguardo: non sta nella forma architettonica, che può essere più o meno accattivante. La si riscontra nelle procedure seguite nel progetto e nel cantiere, la cui traccia resta nella “chek – list…” Così spiega Mario Zoccatelli, Presidente di Green Building Council Italia (GBC Italia), un’associazione no profit fondata nel 2008 e promossa tra gli altri dal Distretto Tecnologico Trentino S.c.a.r.l. Scopo di GBC Italia è favorire la cultura dell’edilizia sostenibile e promuovere il sistema di certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), uno standard procedurale statunitense che si è imposto negli ultimi anni a livello mondiale, i cui parametri stabiliscono criteri di progettazione e realizzazione di edifici salubri, efficienti sul piano energetico e a basso impatto ambientale.
L’Italia è nota come il Paese dell’arte: il che nella pratica architettonica contemporanea si traduce a volte in una ricerca formale che, a questo incoraggiata da un miope atteggiamento da speculazione immobiliare, lascia in secondo piano gli aspetti sostanziali dell’edificare: tra questi, appunto la “sostenibilità”.
“La certificazione LEED – ripete Zoccatelli – si è rapidamente diffusa anche nel nostro Paese. Qui attualmente sono in corso, secondo le sue linee – guida, lavori per un importo che si aggira sui tre miliardi di euro: alcuni esempi sono l’edificio Ifad, la banca della FAO (Food and Agricolture Organization che ha sede a Roma), il primo dell’ONU a ottenere la certificazione LEED; una scuola di Riva del Garda; il nuovo complesso di Porta Garibaldi – Città della Moda a Milano, dove sta sorgendo il più importante insieme di grattacieli in Italia…. Altri progetti, come Milano Zero (v. il servizio da pag.12 ndr), sono in procinto di prendere il via: quest’ultimo si giova di un’intesa particolarmente feconda tra progettista e committente, i quali ambiscono ai più elevati standard di performance. La certificazione LEED, per la quale abbiamo elaborato una versione armonizzata con le normative europee e italiane, prevede infatti diversi livelli: “Silver” è quello di base, che comunque implica un’importante prestazione ambientale dell’edificio, seguono il livello “Gold” e “Platinum”, quest’ultimo veramente difficile da raggiungere, poiché comporta controlli strettissimi e minuziosi a ogni livello, e a ogni passo…”.
Per riassumere: quando si parla di inquinamento ambientale di solito si pensa alla qualità dell’aria. Questo è un aspetto fondamentale e si stima che il riscaldamento (o il raffrescamento) degli edifici contribuisca per un 40% alla diffusione dei gas serra e di altri inquinanti, ma vi sono diversi altri fattori ravvisabili nella cosiddetta “impronta” ambientale, che riguarda per esempio la possibilità di riciclare i materiali da costruzione. Se questo non è possibile, infatti, alla fine del ciclo di vita, l’edificio comporterà ingenti ingombri in discarica nonché cospicui costi energetici per il trasporto dei detriti. Altri fattori riguardano la salubrità interna degli ambienti: l’uso di vernici prodotte da sintesi è uno dei maggiori fattori inquinanti del clima interno degli edifici. “A tal proposito – sottolinea Zoccatelli – GBC Italia può certificare non solo gli edifici e le procedure costruttive, ma anche gli arredi, a garanzia che il clima interno degli uffici o delle case non sia minimamente dannoso per la salute.www.italiarealestate.it
Eire – Espo Italia Real EstateAl di là delle molteplici specificità, l’opera di organismi come GBC Italia, cui si associano anche le diverse testate di Di Baio Editore, mira a contribuire a dar concretezza effettiva a una cultura del rispetto per l’ambiente e per le persone: “Noi siamo un ente certificatore che utilizza lo standard LEED – insiste Zoccatelli – ma vi sono anche altri sistemi adottati nel mondo: c’è il britannico BREEAM, il giapponese CASBEE e altri ancora. Riteniamo che quello da noi adottato sia forse più completo, ma in realtà qualsiasi sistema di certificazione va bene. La cosa più importante è che vi sia una certificazione, perché solo una rigorosa attività di pianificazione volta al rispetto degli standard ambientali garantirà che la città del futuro non sarà più un aggregato energivoro, pericoloso, inquinante e costoso, ma al contrario un luogo salubre, privo di costi energetici e anche economicamente conveniente: sì, perché se sulle prime un edificio certificato comporta un esborso superiore a quello di un edificio tradizionale, in breve volgere di tempo si dimostra esattamente il contrario. Vi sono casi nei quali già dopo un solo anno di vita l’edificio ha ammortizzato la leggera percentuale in più sborsata per seguire le pratiche di certificazione”.
Questi costi aggiuntivi sono dovuti al fatto che la pianificazione di un edificio certificato dev’essere estremamente attenta e meticolosa, il che comporta un sovrappiù di tempo utilizzato in sede di progetto; d’altro canto questo si traduce in cantieri che non solo sono più sicuri, ma che soprattutto non daranno luogo ad arresti imprevisti e a spese aggiuntive. Un esempio banale: se le opere di cantiere non sono attente e “pulite”, le canaline che si predispongono per i circuiti di condizionamento possono sporcarsi: questo comporta che al momento dell’installazione degli apparecchi, si dovrà perdere tempo per ripulire le condutture… “I costruttori italiani sono purtroppo abituati alla pratica dell’imprevisto di cantiere: sono quegli aspetti che di solito fanno lievitare i prezzi rispetto a quanto stabilito in sede di preventivo. Ma si tratta di una pratica impropria, che sottrae energie ai lavori e snatura l’investimento. Non a caso per le maggiori opere, gli istituti di credito che intervengono, sempre di più richiedono espressamente che progetti e realizzazioni siano certificate.
In questo modo le stesse esigenze di mercato spingono verso la maggior trasparenza che si ottiene tramite la certificazione”.
Va infatti sottolineato che le certificazioni di cui si parla sono volontarie e gli enti che le praticano sono soggetti privati, il che introduce veramente una nuova cultura soprattutto alle nostre latitudini.Chi investe e costruisce è interessato alla certificazione perché l’immobile avrà maggior valore, chi utilizza o acquista l’edificio sa che la sua gestione sarà più vantaggiosa.
Il modo stesso in cui avviene la certificazione comporta un atteggiamento culturale trasparente: spetta infatti a chi costruisce di inviare all’ente certificatore la documentazione relativa prima al progetto e poi alle diverse fasi del cantiere, non solo, gli spetta anche di nominare una figura terza che controlli il corretto svolgimento dei lavori. Alla fine, chi usa o acquista l’edificio dovrà curare di inserire la certificazione nel contratto: nel caso infatti avvenisse che le procedure certificate non fossero state eseguite con precisione, potrebbe appellarsi in tribunale e ottenere i dovuti risarcimenti: “Negli Stati Uniti vi sono già stati diversi casi nei quali costruttori colpevoli di aver ottenuto la certificazione ma senza eseguire a puntino quanto da questa previsto, hanno dovuto sborsare penali enormi. È assolutamente importante che la certificazione sia inserita in tutta la documentazione dell’edificio al momento della stesura dei contratti, così che sia appellabile… In questo modo si farà sempre più strada non solo una pratica edificatoria rispettosa, ma anche la
trasparenza sul piano dei rapporti sociali”. Insomma, la certificazione non è solo un fatto di rilevanza economica e ambientale, è un nuovo passo in avanti sul cammino verso una società autenticamente civile.

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