Centro Parrocchiale di San Giuliano a RomaNel clima della Capitale

Tratto da:
Chiesa Oggi 46
Architettura e Comunicazione

NEL CLIMA DELLA CAPITALE

Qui sopra: il percorso pedonale che segue il fianco sud del complesso: in primo piano la piazzuola che si apre al lato dell’edificio dei servizi parrocchiali e precede l’entrata all’aula polifunzionale.

CENTRO PARROCCHIALE DI SAN GIULIANO A ROMA

Il difficile equilibrio tra modernità e tradizione, tra identità e contestualizzazione, tra significato e contenuto, viene raggiunto con sapiente misura in quest’opera di Igino Pineschi. Le differenti emergenze volumetriche trovano nell’uniformità del manto di copertura in mattoni un saldo contrappunto formale, per cui la dinamica articolazione delle parti si risolve in una armonia generale del complesso, che presenta con dialogica cogenza un percorso che culmina nel principale polo liturgico.

La via Cassia costituisce una di quelle strade di grande flusso che nelle ore di punta si presentano come fiumi di lamiere variopinte a lento scorrimento. Il centro parrocchiale sorge in prossimità dell’incrocio col grande raccordo anulare, corridoio di sfogo che non conosce momenti di riposo nell’arco della giornata. Il terreno su cui sorge il centro parrocchiale, stretto e allungato su un breve rilievo, disposto ortogonalmente alla via Cassia, ha suggerito al progettista una soluzione di processionalità graduale, fortemente suggestiva e funzionale che allinea in successione: parcheggi, sagrato, chiesa, opere parrocchiali e piccolo campo sportivo. Due parcheggi a diversa quota aprono spazi che distanziano la chiesa dalla strada, la proteggono dai rumori, la sottraggono al caotico flusso automobilistico.Tre percorsi si aprono a mediare il dislivello di 6 metri tra il livello della strada e la quota della chiesa: il percorso pedonale privo di barriere architettoniche sul lato destro (verso sud), la stradina carrabile sul lato sinistro (verso nord) e al centro un percorso scandito dalla grande scalinata, demarcato da filari di alberi che si ergono sui due livelli di parcheggio e da setti verticali che inquadrano l’entrata principale della chiesa, a sua volta nobilitata da un pronao con copertura a capanna che invita e protegge. La chiesa così appare al culmine di una prospettiva ascendente, che a un tempo la separa e la collega alla città, presentandola come spazio “altro” seppure inserito nell’intorno. Dei due parcheggi il primo è “pubblico”, il secondo “privato”: vi è anche una terza zona di parcheggio alla quota superiore, al livello del sagrato antistante l’entrata della chiesa che serve per funzioni quali i matrimoni o i funerali. La stradina carrabile continua poi lungo il lato della chiesa e delle opere parrocchiali per arrivare allo spiazzo retrostante. L’andamento ascendente del terreno è continuato dall’altezza dei volumi che compongono il corpo della chiesa: essi culminano sopra l’altare.

Dietro la chiesa invece il terreno declina così che le opere parrocchiali si collocano sul pendio discendente. Il disegno architettonico inevitabilmente rinvia a quello della chiesa di S. Valentino al Villaggio Olimpico (cfr. CHIESA OGGI architettura e comunicazione n° 30), progettata da Francesco Berarducci all’inizio degli anni ’80: uno degli esempi di edifici di culto contemporaneo che meglio incarna il “genius loci” romano, un “tipo” capace di ulteriori, fruttuosi sviluppi nel panorama della Capitale. Il complesso si sviluppa su maglia quadrata, sia in pianta sia in alzato: questo consente di presentare un’immagine di solidità, di gravità, di permanenza e allo stesso tempo di forte coerenza. I volumi del corpo di fabbrica non sono tuttavia uniformi: essi qui sono conclusi, lì accennati da serie di setti e quinte che si elevano a diverse altezze, si accostano o si giustappongono, si intersecano e si affiancano veicolando il senso della complessità dell’edificio e della sua articolazione in luoghi di diverso significato e di diversa importanza gerarchica. La disposizione dei mattoni definisce e rifinisce le forme, concludendole in un nitido disegno e sottolineandone le quote, mentre aperture, tagli e fenditure ne ritmano la disposizione. Il fronte si presenta maestoso e misurato allo stesso tempo. La presenza della porta è esaltata dalla scalinata che la precede, dall’agile pronao e da una leggera fenditura mediana sulla facciata in cui si inserisce leggera, eterea, celestiale una croce. A sinistra della facciata, il campanile, ridotto nelle dimensioni, in linea con la forma generale ma allo stesso tempo efficace ed eloquente, è aperto in alto (due setti paralleli sostengono la macchina con due campane a vista) e chiuso in basso. Lo bilancia simmetricamente a destra una simile emergenza più bassa, che funge da edicola per le pubblicazioni. All’interno l’aula rivela immediatamente l’ordinata disposizione liturgica, ben differenziata nella sua trasparenza totale.

Centro Parrocchiale di San Giuliano
Indirizzo: Via Cassia, Roma
Progetto: Prof. Arch. Igino Pineschi, con Arch. Giovanni Pineschi, Arch. Héctor Floriani,
Arch. Francesca De Pascale (Roma)
Strutture: Prof. Ing. Antonio Michetti (Roma)
Realizzazione: Impresa S.A.G. Srl (Roma)
Pavimentazioni esterne in laterizio: Mattonfort di Sele
Disegno della pavimentazione marmorea: Ditta Mariotti (Roma)

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