Casa Oggi “modi di vivere”

Non si può definirla arte in senso stretto ma quella dell’architetto d’interni è certamente una delle professioni più creative. Non c’è limite alla mescolanza di stili o alla ristrutturazione degli spazi che coniugano estetica e funzionalità per andare incontro alle esigenze della committenza. E chi sostiene che già tutto è stato pensato e nulla si vede di nuovo, forse fa un’affermazione azzardata, senza rendersi conto che l’architettura, come ogni altro linguaggio è in
continua evoluzione e riserva sempre delle sorprese. Nel cuore del quartiere Isola, il più bohèmien di Milano, quella che fu per decenni l’officina di un falegname è stata trasformata in un appartamento che potesse ospitare tutti i mobili ed i numerosi oggetti raccolti dai mercatini di tutto il mondo.

Uno spazio di “mescolanza” davvero inusuale: un open space che comprende
con disinvoltura la zona pranzo e l’angolo notte, l’uno di fronte all’altro.

Il progetto è stato realizzato dagli architetti Lazzaro Rabboni e Giuseppe Della Giusta, coadiuvati dalle collaboratrici Susanna Scarano, Federica Falcone e Cristina Margarini, con un estro creativo che di nulla ha privato il potenziale razionale e funzionale della struttura. L’atmosfera emana un senso di ospitalità e di convivialità e rende questo open space molto accogliente. Per sfruttare al meglio lo spazio è stato creato un soppalco con funzione di zona notte. Sul fianco della struttura è stata ricavata una nicchia nel quale è alloggiato un accogliente letto per gli ospiti, coperto da un taglio di tessuto africano che costituisce un vivace richiamo ad atmosfere anni ‘70. Di fronte alla nicchia un tavolo circondato da sedie di diversa provenienza, da giardino e Thonet dei primi del Novecento. Nelle foto: in alto, il plaid in non-woven wool, Sisley; in basso il letto “Plaza” in rovere moka e testiera imbottita rivestita in pelle, Doimo Design.
Ci spostiamo in Toscana e più precisamente nella campagna intorno a Grosseto, tra le mura di pietra di un casale che vanta più di mille anni di storia. È il colore il vero protagonista di questo complesso architettonico rurale. Le cromie decise esaltando e vivacizzando gli ambienti nulla tolgono al fascino che la millenarietà gli conferisce. La villa è disposta su tre piani ognuno dei quali ben connotato.

Atmosfere esotiche nella più tipica campagna Toscana. Un casolare carico di storia
rivive attraverso i colori e la scelta di un arredo che parla di luoghi lontani.

Attraverso una scala piuttosto stretta si accede alle camere da letto che sono al terzo livello. Tra colori intensi, candide zanzariere e drappi sistemati quasi alla rinfusa (su un improbabile baldacchino), si respirano echi d’Oriente. Sembra un set cinematografico: il soffitto mostra ancora le travi di legno originarie, un’antica scultura indonesiana subito affianco al letto matrimoniale e sopra una lampada turca, una stella traforata ad illuminarlo dal centro. Il letto In ferro battuto è ulteriormente impreziosito e vivacizzato da cuscini e coperte in stoffe di seta, mentre tutt’intorno candele sparse ovunque permeano la stanza di mistico romanticismo. Nelle immagini: in alto, il letto in ferro battuto
“Cabernet” disegnato dagli studenti dell’IDI’AC (Interior Design Institute & Ateneo Creativo) per Maggioni International; in basso “Bee Lamp Large” la lampada da terra in resina, uno dei pezzi più sperimentali disegnati da Gaetano Pesce.

Entrare in questa tipica casa contadina nella piana nei dintorni di Alessandria è un vero choc. Quasi una violenta contrapposizione tra esterno rurale e interno intellettuale. Pare di accedere ad una galleria d’arte contemporanea dove le stanze non hanno più porte e gli spazi si rincorrorrono interrotti solo da esili diaframmi di cristallo e da quinte di legno bianco.

Una casa “museo d’arte contemporanea” nel bel mezzo della campagna piemontese.
Un paradosso che si rivela un sorprendente stimolo di comunicazione visiva.

I canoni applicati dai progettisti dello studio A4 Architettura Integrata di Alessandria, per costruire attorno alle opere d’arte di questa casa la giusta cornice architettonica, sembrano procedere per astrazioni. Una successiva all’altra
fino a smaterializzare le funzioni di ogni singolo ambiente e privare di ogni distrazione la comunicazione visiva delle opere. Una scala a chiocciola in ferro ossidato, conduce alla zona notte. Nella camera dietro la testata del letto, è appeso un dipinto materico, nero su nero, di Sergio Regalzi. Affianco, come fosse quasi la pelle di un animale della notte, un dipinto antropomorfo di Maurizio Cossua. La nota di colore è “Red and Blue” la sedia realizzata nel 1918 da Gerrit Rietveld.Nelle foto: in alto, la sedia a dondolo “New England”, Royal Botanic; in basso, il letto “Bomber”, Elite.

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