Il camino attraverso i secoli

Gli antichi erano convinti che quattro fossero gli elementi componenti l’universo: acqua, terra, aria, fuoco.
Da Prometeo in poi il fuoco rappresenta simbolicamente la forza, l’unione casalinga, l’intimità della famiglia. Ecco perché l’addomesticare il fuoco e il corretto convogliare dei suoi fumi sono prerogativa dei tempi remoti

Tracciare una storiografia del camino, delle sue funzioni ma soprattutto dei propri inventori, è un’impresa enciclopedica, tuttavia cercheremo di descrivere di seguito alcuni passi fondamentali del divenire del camino come si conosce al giorno d’oggi e quindi analizzare le fasi che hanno portato i maggiori inventori a definire ciò che ancora chiamiamo camino.
Prima dei tempi moderni, il fuoco domestico veniva convogliato in un focolare centrale rispetto all’ambiente circostante, con un foro sovrapposto sul tetto, il quale potesse fare da esalatore dei fumi. Questa situazione, che teneva il fuoco a debita distanza dalle pareti costruite in legno, diffondeva sì il caldo in modo uniforme, ma induceva a disperdere molto calore e non sempre lo scarico dei fumi avveniva in modo corretto.
In epoca medioevale questa disposizione del focolare fu all’origine di numerosi incendi: i tetti erano costruiti in paglia o in legno, materiali altamente infiammabili, così che in città quali Londra o Lubecca il costante aumento degli incendi portò a emettere alcune ordinanze in ambito architettonico sulla fabbricazione degli edifici, obbligando alla costruzione di case con materiali ininfiammabili. Il progressivo subentrare di nuovi materiali edilizi diede quindi vita alle case con pareti di pietre o mattoni dove il focolare potesse venire collocato. La realizzazione della canna fumaria a parete con questi materiali diminuiva il rischio incendi, ma soprattutto permetteva di inserire il camino in qualunque ambiente sia per riscaldarsi sia per cucinare. La diffusione del camino a parete si diffuse in Europa e in Italia tra il 1200 e il 1300 ed avevano una forma detta “padiglione” dove l’enorme cappa era sostenuta da colonne. Questo tipo di camino ebbe però delle lacune: oltre all’ingombro notevole, la mancanza di pareti laterali diminuiva il tiraggio e aumentava la presenza di fumo nei locali. In evoluzione a questo tipo di camino nacque quello “intermedio” ossia con la base inserita per metà nel muro in modo da ottenere una buona canna fumaria e di conseguenza un buon tiraggio e contemporaneamente ridurre gli ingombri.
Per tutti i secoli trascorsi, la storia del camino è stata anche la storia dell’architettura atta a edificare soluzioni efficaci sia in ambito estetico sia propriamente in ambito empirico. Inventori quali Leonardo da Vinci ne studiano la funzione con notevoli progressi architettonici e funzionali, nell’immagine qui sopra.
Agli inizi del 1600 successivi studi architettonici portano a considerare il camino come ancora lo conosciamo.
L’architetto francese Savot costruisce un caminetto, nel quale viene utilizzato il contatto delle pareti calde del focolare per produrre aria calda; mentre Gaucher installa nei caminetti una presa d’aria esterna che facilita il ricambio di aria senza un eccessivo abbassamento della temperatura all’interno dell’abitazione.
Certamente coloro i quali diedero maggior impulso alla definitiva rivoluzione della storia del camino furono, nel 1700, Benjamin Franklin e Benjamin Thompson.
Il primo progettò quello che ancora oggi è chiamato il “camino Franklin”, inoltre suggerì dei rimedi per evitare che i camini facessero fumo. Proprio grazie allo studio dell’esalazione, colse per primo che il fumo più pesante dell’aria e che quindi quest’ultimo non avrebbe mai potuto risalire una canna fumaria senza l’aiuto del calore. Grazie a ciò Franklin concluse che un apporto di aria fresca doveva essere in qualche modo garantito all’ambiente; egli inoltre ripose vari suggerimenti, come quello della presa d’aria posta direttamente nel focolare e collegata all’esterno.In termini pratici gli studi di Franklin ebbero realizzazione nel caminetto della Pennsylvania dove il metallo di realizzazione, all’epoca decisamente molto economico, favorì uno straordinario sviluppo di questo tipo di camino.
Anche Thompson, futuro conte Rumford, partì da nozioni fisiche per approdare a tecniche empiriche. Scoprì per primo che il calore non era una sostanza, ma era unicamente prodotto dal moto delle particelle.
Grazie alle sue ricerche ed ai suoi esperimenti, fu il primo a comprendere e a usare il termine di calore radiante. La perfezione tecnica di costruzione dei camini risultò eccellente: rimosse alcuni ostacoli come le dimensioni eccessive delle cappe che raffreddavano i fumi e conseguentemente l’esalazione della canna fumaria. Stabilì che le pareti delle canne fumarie dovessero essere libere da impedimenti; oltre a ciò fu a conoscenza che il calore della combustione era un calore di tipo radiante e che modificando la forma del camino veniva diminuita drasticamente la profondità inclinandone i lati per rendere massima la radiazione del calore verso l’ambiente. Inoltre,
grazie alla deduzione che era l’irraggiamento la fonte di calore del camino, consigliò l’uso di combustibili maggiormente radianti, come il carbone.
Da questi accorgimenti nacque il camino Rumford.
Di notevole importanza per la storia dei camini è il “Trattato generale delle costruzioni civili” dell’architetto Breymann in cui sono elencati, partendo dal camino Rumford, moltissimi altri tipi, tra cui i pratici caministufa in metallo di Franklin. Vi è da affermare che nel momento in cui il camino raggiunse un ottimo equilibrio tra qualità tecnica e buon prezzo di produzione, fu relegato a mero oggetto architettonico estetico in cui la funzione propriamente vitale del riscaldarsi o del cucinare lasciò il passo a una fruizione di gusto personale di arredamento.G.A. BREYMANN CONSIGLIERE DELLE PUBBLICHE COTRUZIONI E PROFESSORE NEL POLITECNICO DI STOCCARDA, SCRISSE L’OPERA IN CINQUE VOLUMI: “ILTRATTATO DI COSTRUZIONI CIVILI”. SONO PASSATI PIÙ DI CENTO ANNI; MATERIALI E METODI COSTRUTTIVI ODIERNI SONO BEN DIVERSI DA QUELLI DI ALLORA, TUTTAVIA SFOGLIANDO QUESTI ANTICHI VOLUMI NON SI PUÒ FARE A MENO DI RESTARE AMMIRATI E INCANTATI DALLA PRECISIONE CON CUI SONO DESCRITTI MATERIALI E METODI COSTRUTTIVI OGGI DESUETI, ARRICCHITI DA UN INCREDIBILE NUMERO DI ILLUSTRAZIONI E TAVOLE DETTAGLIATE.
ECCO PERCHÈ NON CI SEMBRA ANACRONISTICO, MA ANZI ATTUALE IL RIPUBBLICARE LE PARTI PIÙ SIGNIFICATIVE DI QUESTO ANTICO TRATTATO.
QUELLE PARTI, CHE RACCOLTE IN SEI PREZIOSI VOLUMI IN UN’EDIZIONE DI BAIO EDITORE A TIRATURA LIMITATA, HANNO TUTTORA SAPORE DI GRANDE ATTUALITÀ. (GJLLA GIANI)NEL DIALETTO LADINO DEL COMELICO CON LA PAROLA TABIÉ SI INDICA IL TIPICO EDIFICIO RUSTICO CHE OSPITAVA IN PASSATO LA STALLA E IL FIENILE PER LE ATTIVITÀ AGRICOLE E PER L’ALLEVAMENTO. UNO DI QUESTI EDIFICI RUSTICI, È STATO RECUPERATO COME DIMORA TEMPORANEA PER UNA COPPIA DI APPASSIONATI DI MONTAGNA. IL RECUPERO SI CONFIGURA COME UN INTERVENTO SPERIMENTALE IN QUANTO HA PREVISTO LA CONSERVAZIONE INTEGRALE DELLA STRUTTURA DELL’EDIFICIO, COSTRUITO INTERAMENTE IN LEGNO. UNA PANCA PERIMETRALE, UN GRANDE TAVOLO IN LEGNO E METALLO E UN FOCOLARE COMPLETANO IL SOGGIORNO. IL FOCOLARE, CON ANTA A VETRI SCORREVOLE, È INSERITO INUN’ARMADIATURA CHE FUNGE DA DISPENSA. UNA SEMPLICE LASTRA DI LAVAGNA PROTEGGE IL PAVIMENTO IN LEGNO. L’ARREDO, REALIZZATO IN PANNELLI MULTISTRATO DI ABETE, È COMPLETAMENTE INTEGRATO CON LA STRUTTURA ORIGINALE A TELAIO LIGNEO CON CONTROVENTI, CHE RIMANE A VISTA.
ARCHITETTI VIVIANA FERRARIO E ANDREA TURATO, PATCHWORK STUDIARCHITETTURAUN SISTEMA DI RISCALDAMENTO PERFETTO PER SODDISFARE LE ESIGENZE DI CHI VUOLE UNA DIFFUSIONE DEL CALORE EQUILIBRATA NEI DIVERSI AMBIENTI E NEL CONTEMPO DESIDERA UN DESIGN RICERCATO CHE SIADATTI AD AMBIENTAZIONI MODERNE O CLASSICHE. PRESTAZIONI ECCEZIONALI ESPRESSE IN POCHI CENTIMETRI DI SPESSORE, CON UN RIVESTIMENTO IN CERAMICA DISPONIBILE IN DIVERSI COLORI, IN MODO DA RENDERE QUESTA STUFA UN VERO E PROPRIO COMPLEMENTO D’ARREDO. LA CANALIZZAZIONE CONSENTE UN’OMOGENEA DIFFUSIONE DEL CALORE, UNA RESA ELEVATA E RIDOTTE EMISSIONI, NEL RISPETTO DELL’AMBIENTE. (MOD. SNELLA, RAVELLI)Calore da intenditore
Ravelli

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