Quando il fumetto non esisteva

L’idea di esprimere un concetto e di narrare una storia attraverso immagini e disegni era molto diffusa nel XIX secolo. Sopperendo brillantemente e con efficacia alla fotografia, non ancora diffusa, molte illustrazioni realizzate da validi litografi incisori ci hanno trasmesso con grande forza espressiva, i costumi e le abitudini della società di quei tempi. Nella rappresentazione di scene di vita domestica, il camino costituiva quasi sempre il momento focale delle raffigurazioni, cui ruotavano attorno i personaggi: non a caso, assai diffuso in quel tempo era l’uso di fregiare la cappa con il motto “Flamma foci, cor domi” (Fiamma del focolare, cuore della casa), una frase carica di suggestione ancora ai nostri giorni. Ed infatti i momenti più piacevoli della giornata trascorrevano accanto ai ciocchi ardenti del focolare. Qui era il riposo serale, la piacevole conversazione in famiglia, la festa. In questa pagina, ad esempio, vediamo una bella illustrazione che ritrae la mattina dell’Epifania in una modesta abitazione. Estatici i volti dei bambini che contemplano meravigliati i doni che la Befana lascia cadere giù dalla cappa. Ma anche i grandi, i genitori e la nonna, non appaiono meno sorpresi di questo avvenimento che dalla matita del disegnatore sprigiona un tocco di magia.
Nell’iconografia dell’epoca, alcuni avvenimenti domestici venivano raccontati come un tempo facevano i cantastorie, con una narrazione a metà fra l’umoristico e il didattico.
Nelle quattro vignette nella pagina successiva, si racconta la “triste istoria” di un uomo che, per amore dell’alcool, cade in rovina insieme a tutta la famiglia.
Per la campagna pubblicitaria antelitterarn contro i pericoli dell’alcolismo, di straordinaria efficacia. Il camino qui è protagonista, cambia e assume fisionomia diversa assecondando man mano il degrado di tutta l’abitazione.UNA AZIENDA ARTIGIANA CHE DAL 1946 REALIZZA ARREDI SU MISURA: È DA QUI CHE È STATA REALIZZATA LA CALDA AMBIENTAZIONE CHE AVVOLGE QUESTO AMPIO CAMINO CONTORNATO DAL LEGNO. LA CURA MANIACALE CON CUI L’AZIENDA CREA ARREDI E FINITURE FIN NEI PICCOLI DETTAGLI, E L’ESPERIENZA ACQUISITA NE FANNO UNA STRUTTURA LEADER NEL SUO SETTORE.
MOLTO INTERESSANTE IL CONNUBIO CON LO STILE CLASSICO DELL’ARREDO DI MONTAGNA E L’UTILIZZO DI MATERIALI COME L’ACCIAIO O IL CRISTALLO PER LA REALIZZAZIONE DI INTERNI UNICI NEL LORO GENERE, COSÌ COME L’UTILIZZO DI LEGNO VECCHIO E NUOVO TENDENTI A CREARE UN’ARMONIA E UN EQUILIBRIO PERFETTO. INTAGLI PREZIOSI E DETTAGLI PARTICOLARI DANNO ALLE REALIZZAZIONI DI OSTA“ I TUTTOLEGNO” UN TOCCO FINALE DI CLASSE. L’AZIENDA FORNISCE INOLTRE UNA VASTA SCELTA DI COMPLEMENTI E ILLUMINAZIONE IN GRADO DI PERSONALIZZARE OGNI AMBIENTE, REALIZZANDO ARREDI RUSTICI E AL CONTEMPO RAFFINATI. (OSTA “I TUTTOLEGNO”)Ma veniamo ai fatti. Nella prima immagine la famiglia è felice e spensierata. I bambini giocano festosi, il gatto si riscalda alla fiamma del camino, la dispensa è ricolma. Ma ecco un’avvisaglia dell’imminente pericolo: il marito, leggermente euforico, offre un bicchiere di vino alla moglie che lo rifiuta sdegnata, forse presagendo la sventura in agguato. E così avviene. Nel secondo disegno, ecco i primi segni del degrado familiare. Il camino, una volta ricco di suppellettili, con pentole dove cuocevano pietanze prelibate, si fa sempre più disadorno.
Atto terzo. Il camino ormai non serve più a riscaldare rallegrando l’atmosfera, ma a far asciugare i miseri panni della famiglia. L’epilogo è degno di un feuilleton dell’epoca. Non meno esaurienti di un reportage fotografico, questi disegni mettono in luce, seppure con una buona dose d’ironia, una realtà drammatica.
Facciamo un tuffo in un passato abbastanza prossimo, arrivando al Settecento, il celebrato secolo dei Lumi, e vediamo il camino assumere altre proporzioni. Dal punto di vista estetico ha la bellezza di una cornice Luigi XV, arricchito da uno specchio dorato ricco di fregi. Se l’ambientazione è diversa, diverso è anche il ceto dei personaggi che vivono questa scena, che si potrebbe interpretare come l’indecisione di una bella dama di fronte a due nobili e galanti pretendenti. Come molti altri elementi di un’abitazione, il camino può considerarsi un indicatore di livelli sociali. Questo è più vero per i secoli passati quando la società era rigidamente gerarchizzata e, nonostante il camino fosse un mezzo di riscaldamento assolutamente necessario, la sua struttura, i materiali, gli ornamenti, facevano capire a colpo d’occhio il livello di ricchezza o di indigenza di chi lo possedeva. La tavola illustrata in questa pagina conferma quest’affermazione.
Si tratta di uno spaccato della società francese nella seconda metà dell’800, vista in un condominio parigino, dove il camino indica preciso e puntuale le differenti condizioni economiche degli inquilini.Con tutta la comodità di una stufa a pellet: L’inserto a pellet modello “500” è uno dei prodotti di punta della ‘Box Line’ Ravelli che comprende sei inserti a incasso di diverse dimensioni adatti ad essere facilmente inseriti all’interno di caminetti già esistenti, ottimizzando gli spazi della casa senza la necessità di affrontare particolari opere di muratura. In particolare, l’inserto 500, grazie alle sue ridottissime dimensioni, può essere inserito con estrema facilità in qualsiasi caminetto preesistente, consentendo di sfruttare con estrema versatilità tutto lo spazio a disposizione. (Ravelli)Al pianterreno, il locale della portineria, modesto e pulito, con un camino semplice ma decoroso. Saliamo lo scalone insieme al garzone che porta le bottiglie di vino, approfittandone abbondantemente, per il grande ricevimento che si tiene al piano nobile. Testimone della stupenda festa da ballo, il camino, ricco, con due bellissimi candelabri sulla mensola. Di fianco, le dame meno avvenenti fanno “tappezzeria”, i giovani gentiluomini discutono di politica, di economia, o più banalmente, di donne.
Il secondo piano è ancora abbiente, ma non trasuda la stessa opulenza di quello  inferiore. È una scena molto comune anche nei nostri condomini: in un appartamento abita il musicista che certamente non può esercitarsi se il bambino della casa a fianco continua a strillare in quel modo! Come la maggior parte dei bambini che urlano, probabilmente ha solo fame, e la governante gli prepara la pappa sulla fiamma del camino, per placare il suo piccolo stomaco, insieme alle ire del suonatore di contrabbasso. Saliamo un’altra rampa di scale. L’altezza del soffitto si abbassa ancora rispetto ai piani inferiori. La fiamma del camino illumina una scena curiosa: mentre la moglie dorme, il marito, in camicia da notte e papalina, armato di spada spia dal buco della serratura l’appartamento adiacente, dove un ladro con la lanterna in mano è penetrato dalla finestra, rovesciando una seggiola, per rubare dei quadri. L’ombra che si intravvede a cavalcioni della finestra è un complice, o un altro ladro che sopraggiunge? Il camino, fin qui, è ancora simbolo di una condizione forse non floridissima, ma ancora benestante. In mansarda invece la situazione è disastrosa. La madre, che cuce industriosa per guadagnarsi il pane, assiste la figlioletta malata che giace su un povero materasso steso sul pavimento. Una scena che fa venire in mente la “Bohéme”. Il camino non esiste proprio, e “morire di freddo” non è solo un modo di dire.
Il fuoco era indubbiamente una fonte di vita, a tenerlo vivo si affaccendavano tutti i componenti di una famiglia, anche i bambini, come si vede nel disegno qui sopra. La pentola in cui bolle la minestra è custodita preziosamente, mentre una bambina aziona il mantice per tenere accesa la fiamma. L’ultima scena vede il camino in una locanda, dove si sono ritrovati diversi avventori. L’elegante dama che consuma la cena, il giovane patriota dall’aspetto romantico che, ispirato dalla guizzante fiamma, lancia un’invettiva contro il sistema politico vigente, il bambino un po’ spaventato tenta di calmarlo. Il contadino, seduto su una panca accanto al f
ocolare, continua imperterrito a mangiare la sua minestra, osservando il cavaliere con aria perplessa, saggiamente ancorato alla sua realtà quotidiana. Il camino è dunque protagonista, spettatore di una realtà sociale diversa dalla nostra e ci fornisce, uno fra tanti, uno strumento prezioso per interpretarla.Hydro, oasi di benessere
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