Il camino finlandese oggi

Vicino al villaggio, ai bordi del bosco, un documentarista ha voluto costruire il proprio “buen retiro”: lontano, ma non troppo, da Helsinki. E Kimmo Friman, d’accordo col committente, ne ha fatto un’icona del sito: per la nitidezza e la chiarezza dell’insieme, per il suo distendersi nel paesaggio, composto di grandi silenzi e pacatezza infinita, con la stessa grazia del gatto che si stiracchia. Gli ambienti interni sono pochi ma grandi, e parlano il linguaggio della luce e degli scorci di paesaggio incorniciati da finestre di sagacia strategica. La casa è luogo delle possibilità, non di chiusura. E i suoi camini sono il trionfo della libertà, nei rigori del gelo nordico.Panorama e soggiorno-cucina si fondono in un unico scenario dove il volume del camino (su disegno di Kimmo Friman) è il perno che incardina la prospettiva. Al di qua del volume, il focolare è forno aperto verso il tavolo da pranzo, sul lato opposto è camino a presidio contro il clima freddo dei boschi innevati. Gli arredi sono disposti secondo settori paralleli che ritmano lo spazio. Verso nordest, una finestra oblunga.Può essere usata come studio o come stanza da letto. Le finestre sono in prevalenza a sviluppo orizzontale con vetri multipli di grosso spessore. La disposizione della casa secondo gli assi diagonali permette, come è solito nelle costruzioni vernacolari della zona, di difendersi meglio dai venti del nord: quelli più freddi e più forti. Questa stanza si trova a una quota più elevata rispetto alla zona giorno e si affaccia verso i vicini alberi, nella parte alta della collina sulla quale si adagia l’edificio. La stufa è Q-bic di Rais.La casa è orientata secondo gli assi diagonali. Oltre la vetrata, una grande terrazza coperta dallo spiovente del tetto. Tavolo e sedie di Avarte, design Yrjö Kukkapuro.2. L’architettura deriva dalla casa tradizionale di campagna.
È come un loft diviso in due dal complesso composto da cucina, bagno e scala. La scala e il bagno sono all’insegna della trasparenza. I rivestimenti interni sono in legno, o pannelli in fibra. La cucina, in legno di ciliegio (design Jouko Järvisalo, realizzazione Peter Schmid) rispecchia le linee minimali dell’insieme. Sedie in metallo di Mobel.
3. La terrazza corre su due lati. Gli sporti del tetto e gli shed proteggono dal sole estivo. La balaustra in vetro favorisce la vista panoramica.
4. L’isola cucina (fuochi Smeg) e il tavolo (design Jouko Järvisalo e Simo Heikkilä).Kimmo Friman, architetto. Ancora studente all’Università di Helsinki, ha lavorato presso gli studi KK Suunnittelurengas, Gullichsen Kairamo Vormala e nel Museo di Architettura Finlandese. Dopo la laurea (1987) ha operato con Heikkinen-Komonen svolgendo importanti progetti. Dal ‘91, a più riprese ha collaborato con Daniel Libeskind a Berlino e a Londra. Dal ‘97 con Laaksonen e Nieminen fonda il proprio studio e vince diversi premi. Opera in city planning e progetta a tutto campo.“Credo che i progetti di casalinghi o utensili domestici in genere dovrebbero soprattutto essere funzionali, accattivanti per l’occhio e per il tatto e in grado di fare sorridere chi li possiede. Questo è il vero valore aggiunto, anzi certe volte è la ragione bastante per comprare un oggetto anziché un altro. Mi ricordo il sorriso sulla faccia di Alberto Alessi quando un paio di anni fa gli ho presentato per la prima volta i miei disegni. Quei progetti erano l’Annaffiatoio “Diva” e l’Apribottiglie “Mouse”, entrambi molto pratici e piuttosto divertenti: alla fine sono stati i primi scelti per essere prodotti. Sono seguite molte altre proposte per oggetti d’uso quotidiano tra i quali il Mortaio e lo Spremiagrumi.
Il mio approccio al product design avviene attraverso due processi fondamentali: lo studio delle possibilità che nuovi materiali possono apportare al progetto e la creatività basata sostanzialmente sulla sensazione di percorrere un avvicinamento costante e indefinito verso il mondo dell’arte. Solo quando questi due approcci sono combinati possono emergere nuove e sorprendenti creazioni.”
Eero AarnioEero Aarnio (21 luglio 1932) è un designer finlandese.
Ha studiato all’Università di Arte e Design di Helsinki tra il 1954 e il 1957. La sua attività ha inizio nel 1962 quando aprì un proprio studio che si occupasse di interior design e disegno industriale.
Aarnio è maggiormente conosciuto come progettista d’interni e product designer, ma ha anche lavorato nei campi della progettazione grafica e della fotografia. Il contributo di Aarnio si realizza nella scelta di sperimentare nuovi materiali come la fibra di vetro, con cui ha progettato le futuriste sedute, definite pop, Globo, Pastilli (vincitrice del premio dell’ADI nel 1968) e Bolla. La seduta Pony fu invece realizzata con gomma piuma e a somiglianza di un giocattolo per bambini, fantasiosa ma nonostante tutto rispondente alle esigenze ergonomiche. Negli anni novanta ha sperimentato la produzione in vetroresina di tavoli. I risultati furono Copacabana e Vite, commissionate dall’Adelta.L’elemento col focolare ha due aperture: quella da questo lato ha funzione di camino panoramico.Sul fianco del grande elemento stufa-forno, con funzione di arredo sta il deposito di ciocchi tagliati. Si nota qui, come in altri ambienti, l’accostamento del color miele del legno con il verde pastello nelle pareti. Le finestre sul lato nord hanno anche una funzione ornamentale. La lunga prospettiva interna mostra l’articolarsi su piani orizzontali della casa, disposta come un loft totalmente aperto.L’ambiente principale, dotato della maggiore superficie aperta sul panorama: il salotto che si prolunga all’esterno nella terrazza. Qui la distanza maggiore dal suolo, su cui si eleva con palafitte, facilita l’isolamento.
La casa ha diversi scopi: abitazione per una piccola famiglia, luogo di lavoro a distanza, casa per le vacanze, ambiente in cui riunirsi con gli amici. I muri a intercapedine assicurano isolamento e circolazione dell’aria.

Viste: da est-nordest (a sinistra) e da sud (a destra). Posta sulla parte alta della collina, la casa dispone di un ripostiglio seminterrato. Le pareti esterne sono in legno lasciato al naturale: protetto dalla pioggia grazie al tetto, le sue superfici, perscorse da gocce di resina, si scuriranno nel tempo. La sola parete verso nord è protetta da una lamiera ondulata.UNA SETTANTINA DI CHILOMETRI A OVEST DI HELSINKI, IL VILLAGGIO DI FISKARS È STATO UNO DEI PRIMI CENTRI INDUSTRIALI FINLANDESI, LEGATO ALL’INDUSTRIA DELL’ACCIAIO FIN DALLA PRIMA METÀ DEL SEICENTO: LA PRINCIPALE FABBRICA RISALE INFATTI AL 1649. NEGLI ANNI L’ATTIVITÀ È CAMBIATA: VI SI FABBRICANO FORBICI E ALTRI STRUMENTI DA ARTIGIANO. MA LA MANIFATTURA HA CESSATO L’ATTIVITÀ, ED È RIMASTA COME LUOGO IN CUI SI INCONTRANO ARTISTI E CREATORI: L’INDUSTRIA SI È TRASFORMATA IN UN CENTRO DEDITO ALLA RICERCA NELL’AMBITO DELLE PIÙ DIVERSE ESPRESSIONI ARTISTICHE, IN PARTICOLARE IL DESIGN SENZA ESCLUDERE L’ALTO ARTIGIANATO DEL FERRO BATTUTO. UN CENTINAIO TRA ARTISTI E DESIGNER VI RISIEDE IN PERMANENZA. È UNA STORIA EMBLEMATICA DI QUESTA NOSTRA EPOCA POSTINDUSTRIALE, CHE QUI ASSUME UN CARATTERE PARTICOLARE: IL VILLAGGIO È TOTALMENTE SEPARATO DALLA CAPITALE, MA ABBASTANZA VICINO PER ESSERE META DI GITE DI UN GIORNO. LA GENTE ACCORRE PER PARTECIPARE AI MERCATINI DELLA PORCELLANA IN CERTI PERIODI DELL’ANNO, O SEMPLICEMENTE PER UNA CENA AL RISTORANTE. VI SI SVOLGONO MOSTRE LEGATE ALL’ARTE E ALL’ARTIGIANATO O ALLA STORIA DELL’INDUSTRIA, A CUI È DEDICATO UN MUSEO. EVENTI PARTICOLARI PER LE FESTE, WORKSHOP DI FORGIATURA, DI GRAFICA, DI PAPERWORK E ALTRE SPECIALITÀ… VI SONO BOTTEGHE DI OGNI SORTA E I B&B SONO SPESSO TUTTI PRENOTATI. E IL PANORAMA CIRCOSTANTE ISPIRA: TRA I BOSCHI SI APRONO SPESSO SPRAZZI PIANEGGIANTI IN CUI A VOLTE SILENZIOSI LAGHETTI GIOCANO COI COLORI DEL CIELO, E COMPONGONO UN ASSIEME ORMAI NOTO NEL MONDO.Focolare chiuso per la Cornice in maiolica “Colonia” fatta a mano, con decori in
bassorilievo, profilo in acciaio verniciato nero o grigio a scelta (qui nel colore Rosso Lava, profilo nero e inserto focolare a legna ME 90/44B). Piazzetta

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