EDITORIALE

Quando si acquista un camino si acquista l’esperienza di essere veramente nella storia di tutti i tempi. Il fuoco addomesticato, il raggio di sole che ritorna nella fiamma del ceppo di legno che arde sugli alari, la poesia, la favola, le scintille delle braci.
 

“Laudato sì, mi signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte: et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.  ”
San Francesco, Laudes creaturarum

Prima della sua acquisizione da parte della Galleria nel 1987, questa minuscola tavoletta era quasi ignota e non era mai stata riprodotta in una pubblicazione.
Come la Madonna col Bambino davanti a un parafuoco sala 56, essa mostra la Vergine Maria in un’intima ambientazione domestica.
Maria ha appena finito di lavare il Cristo infante di fronte al fuoco, o forse si accinge a farlo. La scena non trova alcuna corrispondenza nel testo dei Vangeli, ma ispira a una lettura devozionale all’epoca piuttosto diffusa nei Paesi Bassi. Siamo invitati a stupirci di fronte all’umiltà di Maria, modesta – seppure sorprendentemente agiata – cittadina davanti alla sua dedizione materna, che non si avvale dell’ausilio di una nutrice, e alla tenerezza del rapporto tra madre e figlio. Più profondamente, siamo portati a riflettere sull’Incarnazione: Cristo è veramente diventato uomo, e tocca i propri genitali come qualunque infante maschio. Sua madre è senza dubbio la Vergine, poichè porta i suoi capelli sciolti come una fanciulla nubile o una regina all’incoronazione.
Dal capo di entrambi si irradia un’aureola luminosa. La candela accesa potrebbe simboleggiare il cero nuziale, poichè Maria non è soltanto la Madre, ma anche la Sposa di Cristo. Una sapiente manipolazione di sottili strati di pittura traslucida consente all’artista di rappresentare tre diverse fonti luminose – la finestra, il fuoco vivace e la fiammella fissa della candela – e la superficie di molti materiali diversi, dal luccicante metallo del bacile, al broccato di velluto dei cuscini, al drappo che riveste la panca. Quasi più magicamente ancora, egli riesce a evocare il cielo lontano attraverso la finestra aperta e attraverso i piccoli vetri a piombo in alto.
Questi meravigliosi dettagli avevano certamente lo scopo di attrarre e di trattenere l’assorta attenzione dello spettatore o della spettatrice e condurli senza sforzo (forse in particolare la spettatrice) a meditare sui valori spirituali rappresentati. La cornice e il supporto sono ricavati da un unico pezzo di legno, della stessa tavola usata per il piccolo ritratto di un monaco dipinto nella bottega di Robert Campin, anch’esso parte della collezione. Fotografa un momento divertente con i tuoi amici intorno al tuo fuoco amico postaci alcune foto, le più belle saranno pubblicate sui prossimi numeri della rivista.
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