BIPV: Integrazione architettonica e incentivo Conto Energia

Se prima eravamo abituati a considerare un impianto fotovoltaico come un elemento impiantistico da aggiungere all’edificio ora l’impianto fa parte integrante dell’intero edificio.
Ogni superficie esposta all’irradiazione solare di un fabbricato, che sia inclinata orizzontalmente o verticalmente, può essere integrata o sostituita da un pannello fotovoltaico per la produzione di energia elettrica.
Con l’applicazione di tre normative statali (legge 10/1991, Dlgs. 192/2005, Decreto Ministeriale 19/02/2007) in meno di vent’anni abbiamo visto trasformare nel nostro Paese gli edifici da dispersori di calore a edifici isolati, da edifici a elevato contenimento delle dispersioni termiche a edifici produttori di energia; in breve i fabbricati sono diventati da passivi elementi costruttivi e dispersori energetici ad attivi autoproduttori del proprio fabbisogno energetico.Pochi anni fa era impensabile per chi non disponesse di ingenti somme considerare l’utilizzo dei pannelli fotovoltaici per la propria abitazione o attività; i costi erano proibitivi, le soluzioni adottabili erano limitate al classico pannello rigido rettangolare, i rendimenti erano assicurati al massimo per un decennio e non era possibile avere un tornaconto economico certo del proprio investimento.
Ora possiamo immaginare qualsiasi elemento del nostro edificio integrato o completamente sostituito da dei pannelli fotovoltaici: coperture di edifici, facciate, parapetti, pergolati, lampioni, balconi, vetrate, barriere, pannelli pubblicitari… e tutto grazie a pannelli fotovoltaici di nuova generazione con prestazioni assicurate per 20
anni fino all’80%, di minor costo rispetto ai tradizionali, incentivati dal Conto Energia, e in più con una maggiorazione dell’incentivo statale se INTEGRATI negli edifici.Il DM del 19/02/2007 e la delibera AEG 90/07, e successive, hanno definito il Nuovo Conto Energia in materia di incentivazione dell’energia fotovoltaica. In particolare a partire dal 1 gennaio 2009 le tariffe incentivanti € per kWh prodotto dall’impianto fotovoltaico convenzionate con il GSE (Gestore servizi elettrici) sono le seguenti: subito da notare è la suddivisione per potenza nominale dell’impianto (quella dichiarata dal GSE, che deve corrispondere a quella realmente installata pena la decadenza della convenzione). Scorrendo la tabella si riscontra una seconda suddivisione che incide particolarmente sull’importo degli incentivi, ovvero la tipologia di impianto fotovoltaico suddiviso in “non integrato”, “parzialmente integrato” e “integrato”.
In dettaglio, se prendiamo in considerazione un impianto fotovoltaico per un’abitazione per sopperire a tutti i consumi, quindi della tipologia B con una potenza nominale da 3 a 20 kW, se optiamo per una tipologia di impianto integrato avremo una maggiorazione dell’incentivo del 23% rispetto alla soluzione non integrata.L’incentivo viene erogato tramite una convenzione della durata di 20 anni con il GSE e viene riconosciuto alla totalità dell’energia prodotta (per impianti fino a 200 kW) e non solo a quella autoconsumata. Per la parte di energia elettrica prodotta in eccesso a quella autoconsumata si possono scegliere due soluzioni: la vendita (direttamente al GSE con convenzione o indirettamente in Borsa Energia) o lo scambio sul posto (una sorte di compensazione con la bolletta elettrica tra la produzione diurna di energia e i consumi notturni dall’ente erogatore).
Oltre alle tariffe riportate in tabella è previsto anche un premio di incentivazione del Conto Energia del 5% per: gli impianti non integrati dove si autoconsuma il 70% della produzione di energia, impianti per scuole pubbliche / paritarie o struttura sanitaria pubblica, per strutture agricole per la sostituzione di coperture o simili in amianto, enti locali con meno di 5000 abitanti.
Inoltre, è possibile accedere a un’incentivazione fino al 30% se l’impianto fotovoltaico è inserito in “edifici soggetti a miglioramento delle prestazioni energetiche – dal 10% al 60% rispetto l’esistente” o in “edifici di nuova costruzione – con una riduzione del 50% dei limiti di normativa della prestazione energetica nel periodo invernale”.Peraltro se andiamo a considerare anche gli altri incentivi fiscali previsti per la ristrutturazione e riqualificazione energetica di un edificio esistente, quindi l’iva agevolata
al 10%, la detrazione del 36% sull’IRPEF per i lavori di ristrutturazione o del 55% limitatamente alla riqualificazione energetica, l’incentivazione in conto energia per impianti fotovoltaici integrati con una maggiorazione del 30% sulla tariffa prevista, premi volumetrici e sconti di oneri di urbanizzazione definiti dal “piano casa” e dalla riqualificazione energetica, ecco che per un privato investire su un edificio esistente ai fini della riqualificazione energetica e riduzione dei consumi per avere un fabbricato di qualità e valore più elevato della norma diventa anche un affare e non solo un gesto di ecologia.
Per definizione “Integrare totalmente il fotovoltaico nell’architettura significa riuscire a equilibrare gli aspetti tecnici ed estetici dei componenti della tecnologia fotovoltaica con quelli dell’involucro edilizio, senza compromettere le caratteristiche funzionali di entrambi. Una corretta integrazione architettonica del fotovoltaico, infatti, riesce a far coincidere la capacità del fotovoltaico di produrre energia elettrica sul luogo della domanda con la qualità estetica dello spazio che lo contiene.”Il Conto Energia ai fini dell’incentivazione riconosce 10 tipologie di integrazione architettonica di impianti fotovoltaici, e pertanto per avere accesso alla incentivazione è necessario rientrare tra una di queste, e sono le seguenti:

1. MODULI FOTOVOLTAICI SOSTITUTIVI DI MATERIALI DI RIVESTIMENTO DEGLI EDIFICI:
“I moduli fotovoltaici sostituiscono il materiale da costruzione convenzionale dell’involucro dell’edificio diventando parte integrante della copertura piana o
inclinata, o parte della facciata. Questo significa che, dal punto di vista estetico, il sistema fotovoltaico si deve inserire armoniosamente nel disegno architettonico dell’edificio.” … “ Sostituzione dei materiali di rivestimento di tetti, coperture.
Sono ammessi alla tariffa incentivante per integrazione architettonica totale i casi in cui:
A) I moduli coprano una porzione del tetto.
B) I moduli coprano la totale superficie del tetto.
C) Siano state realizzate delle soluzioni progettuali industrializzabili per nuovi componenti edilizi fotovoltaici per le coperture civili, industriali o commerciali.”2. MODULI FOTOVOLTAICI INTEGRATI IN PENSILINE, PERGOLE E TETTOIE
“Per pensiline, pergole e tettoie in cui la struttura di copertura sia costituita dai moduli fotovoltaici intendiamo quelle strutture di arredo urbano progettate ad hoc per accogliere i moduli fotovoltaici … Il GSE riconosce come caso particolare di questa tipologia di installazione le serre in cui la struttura di copertura sia costituita da
moduli fotovoltaici e dai relativi supporti.”

3. MODULI FOTOVOLTAICI IN SOSTITUZIONE DI SUPERFICI TRASPARENTI DEGLI EDIFICI
“Questa tipologia privilegia la sostituzione di superfici trasparenti (vetro o materiali plastici, policarbonati, ecc.) con moduli fotovoltaici semitrasparenti, ossia quei moduli in cui le celle fotovoltaiche siano distanziate tra di loro e contenute tra due pannelli trasparenti affinché la luce naturale possa filtrare nello spazio architettonico.”

4. MODULI FOTOVOLTAICI INTEGRATI IN BARRIERE ACUSTICHE
“Si applica alle barriere acustiche in cui i moduli fotovoltaici sostituiscono in parte o completamente i pannelli fonoassorbenti della barriera.”5. MODULI FOTOVOLTAICI INTEGRATI IN ELEMENTI DI ILLUMINAZIONE E STRUTTURE PUBBLICITARIE
“Per elementi di illuminazione si intendono i lampioni stradali e tutti quei componenti di illuminazione d
egli esterni la cui forma consenta un inserimento armonico del modulo fotovoltaico. Gli impianti devono essere collegati alla rete elettrica e la loro potenza non può essere inferiore ad 1 kWp. Pertanto possono essere presentate domande che prevedano più oggetti collegati fra loro in stringa al fine di soddisfare la potenza minima richiesta.”

6. MODULI FOTOVOLTAICI INTEGRATI AI FRANGISOLE
“Per frangisole fotovoltaici si intendono quelle strutture collegate alla facciata o quelle coperture degli edifici atte a produrre ombreggiamento e raffrescamento passivo per l’edificio stesso. La condizione necessaria per il riconoscimento di questa tipologia specifica è costituita dalla presenza di superfici vetrate schermate dai moduli fotovoltaici
installati.”7. MODULI FOTOVOLTAICI INTEGRATI IN BALAUSTRE E PARAPETTI
“Realizzazione di balaustre, parapetti, ringhiere e recinzioni il cui materiale da costruzione sia sostituito con moduli fotovoltaici perfettamente integrati nelle loro
strutture di sostegno.”

8. MODULI FOTOVOLTAICI INTEGRATI NELLE FINESTRE
“Si applica a finestre, porte-finestre o grandi superfici vetrate preferibilmente apribili. La superficie vetrata deve essere sostituita da moduli fotovoltaici semitrasparenti, ossia quei moduli in cui le celle fotovoltaiche sono distanziate tra di loro e contenute fra due pannelli trasparenti affinché la luce naturale possa continuare a filtrare nello spazio da illuminare.”

9. MODULI FOTOVOLTAICI INTEGRATI NELLE PERSIANE
“Si parla di persiane fotovoltaiche, ossia persiane la cui funzione ombreggiante sia ottenuta con la sostituzione del materiale convenzionale con i moduli fotovoltaici.”10. MODULI FOTOVOLTAICI INSTALLATI COME RIVESTIMENTO O COPERTURA
“Questa tipologia comprende quelle integrazioni architettoniche realizzate in film sottile su supporto flessibile installato sulla superficie dell’involucro edilizio.”

Constatata la possibilità di un’incentivazione più elevata per l’integrazione architettonica e dopo aver scelto la tipologia di integrazione più consona al nostro edificio, non resta che decidere che tipo di pannello fotovoltaico andare a utilizzare per il nostro impianto.
Attualmente sul mercato i moduli fotovoltaici si suddividono in pannelli rigidi e in film sottili adattabili su supporti flessibili o rigidi.
I pannelli che maggiormente siamo abituati a vedere sono i classici pannelli rigidi, che sul mercato si distinguono in pannelli a silicio monocritallino, caratterizzati da una colorazione uniforme, un alto rendimento del 14-16% e un costo più elevato; i pannelli in silicio policristallino simili a quelli precedenti ma con una colorazione a scaglie, un rendimento del 10-12% e un costo lievemente inferiore al monocristallino. Sebbene questo tipo di pannelli abbiano un rendimento superiore a quelli a film sottile e per produrre 1 Kwp siano necessari circa 8-10 mq di impianto, hanno in comune la necessità di avere un’angolazione precisa rispetto l’irraggiamento solare e presentano bassi rendimenti in caso di scarsa illuminazione diretta e diminuzione di produzione in condizioni di riscaldamento del pannello.Pertanto un utilizzo di questo tipologia di pannelli fotovoltaici per l’integrazione architettonica diventa problematico a causa dell’assenza dell’inclinazione ottimale e dell’esposizione necessaria per raggiungere quei valori di rendimento che ne giustificherebbero il loro maggiore costo.
Per fortuna il mercato ci viene incontro con una soluzione alternativa che si presta perfettamente all’integrazione architettonica: i pannelli fotovoltaici a film sottile.
Questo tipo di pannelli, che hanno un rendimento del 6-8% circa e pertanto necessitano di una superficie di circa 12-14 mq per 1 Kwp, hanno una particolarità: essendo a film sottile la quantità di silicio (o altri composti) utilizzata è nettamente inferiore al wafer della cella classica abbattendone i costi di produzione e di vendita; la particolare tripla giunzione ne amplifica lo spettro solare di accumulo e ne consente l’utilizzo senza vincoli di angolazione permettendo il funzionamento anche in condizioni di scarso irraggiamento o cielo coperto, andando ad aumentare nelle condizioni reali la produzione annuale complessiva dell’impianto rispetto a quello tradizionale.In commercio i pannelli fotovoltaci a film sottile sono:

• Pannelli in silicio amorfo (alluminio – silicio) con uno spessore fino a 300 volte inferiore a quelli tradizionali con un rendimento del 6-8% circa.

• Pannelli CIS (rame e indio) e CIGS (rame, indio e gallio) quindi privi di silicio e con un rendimento del 8-10% circa, prodotti con un sistema tipo roll to roll; praticamente il modulo viene stampato come un inchiostro su un foglio di acciaio come una normale stampante, quindi senza costi di lavorazione speciali in stanze settiche.

• Pannelli DSC (cella solare nanocristallina a colorante) che sfruttano il principio della fotosintesi tramite un ossido di titanio con un rendimento del 10-11% e la possibilità di avere qualsiasi tipologia di colorazione e che si presentano già semitrasparenti; rappresentano i pannelli fotovoltaici del futuro, poiché sono gli unici che all’aumentare della temperatura non diminuiscono le proprie prestazioni.
Oggigiorno è logico poter immaginare, grazie all’incentivazione e alle nuove tecnologie, di poter trasformare ogni elemento costruttivo rivolto verso l’esterno di un edificio in un possibile impianto fotovoltaico integrato; possiamo realizzare intere coperture, facciate ventilate, grandi vetrate composte da vetro e pannello fotovoltaico trasparente, ringhiere e parapetti, lastricati, pur continuando a fare la funzione dell’elemento costruttivo originario fino a poter applicare, quando l’applicazione sarà commerciale, l’utilizzo del gel fotovoltaico di prossima generazione completamente trasparente.

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)