Ascensori

Servizio di: Fabio Bergallo

Le due immagini mostrano l’ingresso e il primo piano di una fascinosa villa a Cernobbio, datata 1840. All’inizio del nuovo secolo, il padrone di casa entusiasta delle novità tecnologiche che la nuova era aveva portato, dopo avere
fatto sopraelevare di un piano la costruzione originaria, vi installò un allora avveniristico ascensore in mogano e ferro battuto, un Otis americano del 1920.

Simbolo della Babele contemporanea, l’ascensore è divenuto un compagno assiduo e discreto del nostro tempo. Ogni secondo migliaia di persone nel mondo, con un semplice gesto, vengono trasportate in cima ai più alti grattacieli delle metropoli; solo in Italia c’è un parco impianti che sfiora le 750.000 unità. Eppure, in una curiosa dicotomia, al pari della sua diffusione, questo mezzo di trasporto non porta in seno un’altrettanta diffusa conoscenza tecnica, eccezion fatta per gli addetti al settore. Chiediamo ad una persona come funziona il motore di una macchina e, per quanto approssimativamente, ne fornirà una spiegazione. Poniamole la stessa domanda relativamente a un ascensore, e scopriremo come i principi base di funzionamento che hanno permesso a questo mezzo di nascere e di servire
i progressi dell’uomo e dell’architettura, siano quasi totalmente sconosciuti. Dagli aeroporti che permettono di collegare i vari punti del pianeta ai centri commerciali e ai negozi, dai comuni edifici residenziali alle discoteche più grandi e alla moda: tutte le architetture che contengono queste funzioni esistono grazie a quest’oggetto. Il critico contemporaneo Montgomery Schuyler sottolineava nel 1899 che l’ascensore ha raddoppiato l’altezza degli edifici, e la struttura in acciaio l’ha raddoppiata ancora. La paternità dell’ascensore viene solitamente attribuita all’inventore e industriale statunitense Elisha Graves Otis, che in effetti non inventò ex novo questo mezzo di trasporto verticale, in quanto antenati degli odierni montacarichi facevano la loro comparsa già nel mondo romano. La sua geniale trovata consistette nel perfezionare un dispositivo di sicurezza in grado di bloccare la caduta della cabina in caso di rottura della fune di sollevamento: fu così che in data 1853 si diede inizio all’era degli ascensori per passeggeri. Alla fantasia inventiva di questo eclettico personaggio dunque, possiamo rivolgere i nostri ringraziamenti, ogni qualvolta, salendo sulla cabina dell’ascensore di casa, evitiamo alle nostre gambe una faticosa e difficile salita, magari carichi della spesa appena fatta.

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