Una “macchina” nella casa

L’ascensore rappresenta un valore aggiunto.

Se l’epoca in cui, col razionalismo, si vagheggiava una casa come “macchina da abitare”, oggi è chiaro che l’abitare richiede confortevolezza, serenità e libertà di movimento più che compressione degli spazi.
Per ottenere tutto questo è fondamentale l’ascensore: per eccellenza la “macchina” associata alla casa, “l’automobile” dal moto verticale che ci permette di ignorare la fatica nel raggiungere i livelli alti, e finisce per fare di questi i “piani nobili” che invece, prima della sua invenzione, erano i livelli bassi.
Quanto si sia evoluto questo mezzo di trasporto “fisso” – perché inevitabilmente legato
all’immobile di cui fa parte – è esemplificato tra l’altro dal proliferare di ascensori esterni  apposti su edifici vecchi o antichi. Quando si parla di superare le barriere architettoniche,
l’ascensore è la soluzione più idonea e sicura. Non solo, anche quella che ha il maggiore valore estetico.
Perché un vano in vetro che si accosta a un edificio esistente, aggiunge un tocco di tecnologia, ma anche di armonia. Perché parla lo stesso linguaggio della casa, nella misura in cui questa si slancia al di sopra del suolo sul quale la gravità la costringerebbe.
Nel sottolineare la verticalità dell’edificio, il vano ascensore esterno vi ricava anche la manifestazione evidente dell’accessibilità, che diventa immediatamente sinonimo di accoglienza.
Per non dire dell’aumento del valore venale di qualsiasi immobile che, costruito senza ascensore, acquista quando questo vi è aggiunto.
Ma, al di là del suo essere necessario in quanto mezzo che supera la barriera dell’altezza, l’ascensore – ed è questa forse la novità più eclatante di questi anni – è divenuto un luogo di primaria importanza architettonica.Muoversi in verticale, senza pensarci

In fondo avviene sempre così: prima qualcosa sorge per rispondere a condizioni di necessità, poi, una volta evolutosi sotto il profilo tecnologico, rientra anche nel campo dell’estetica; e la ricerca che lo riguarda, se in precedenza si rivolgeva a renderlo sempre più efficiente, poi si rivolge anche a renderlo più gradevole.
È stato così per quasi tutti gli strumenti meccanici (le prime automobili erano soltanto carrozze cui era stato aggiunto un motore), lo è in modo particolarmente evidente per l’ascensore.
Un tempo era nascosto, come un’appendice minore del vano scale. Oggi è esposto come un inno di splendore.
Se la cabina un tempo era chiusa e scura, oggi è chiara, spesso trasparente e panoramica, comunque intesa a piacere: per cui le sue superfici sono ricche di colore, i particolari sono curati, gli accessori raffinati. Nelle case più importanti, come nei luoghi pubblici, oltre all’ascensore per le persone, c’è il montacarichi che, soprattutto negli esercizi commerciali, è di primaria rilevanza.
Si può dire che l’ascensore costituisca la nuova dimensione estetica della casa: a questo è dedicata la rivista “l’Ascensore”, la prima che propone il tema dal punto di vista del design, oltre che della tecnologia. Ed evidenzia come, per case o appartamenti su più livelli,l’ascensore può essere anche un oggetto di arredo.

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