Biofluidità, arte, minimalismo

Alla sommità di una collina sul golfo di Barcellona si erge una villa a due piani di grande forza progettuale.

Si tratta di un’architettura pensata in ogni dettaglio che esce dai parametri convenzionali per raggiungere una spiccata personalità. Il tema che si è presentato all’architetto era complesso: far convivere tra di loro una residenza, due atelier d’artista (uno di scultura e l’altro di pittura) e uno studio da architetto, tutto in completa autonomia e con un’atmosfera di serenità tipica dello spirito zen.
Per prima cosa si è intervenuti rimodellando i pendii in modo da nascondere alla vista dei vicini la parte abitata, alternando in modo fluido prati, alberi, arbusti e architettura.
Le varie zone sono disposte su due piani: dal prato superiore si accede a un’ampio spazio di passaggio, che funge da museo per le opere d’arte possedute dai proprietari, e a una zona notte per gli ospiti con veranda sulla piscina; in questa zona le porte sono state abolite per facilitare i passaggi tra cucina, pranzo interno ed esterno e solarium. Il piano inferiore accoglie invece le parti più private dell’abitazione, cioè le camere da letto e gli atelier di lavoro dei padroni di casa, lui architetto, lei scultrice e pittrice.
L’architettura della villa colpisce per la mutevolezza del disegno e la fluidità degli spazi; i suoi interni si aprono dolcemente verso un giardino bionaturale dalle forme fluide e minimaliste ispirate allo spirito zen.LA LUCE NATURALE, SEMPRE INDIRETTA, PENETRA DA STRETTE FESSURE E DA LUCERNARI NASCOSTI PER ILLUMINARE AL MEGLIO LE OPERE D’ARTE DI ALTO LIVELLO.

Nelle due piantine qui riprodotte salta all’occhio la libertà della concezione planimetrica della villa, che segue criteri scenografici senza cercare la semplificazione costruttiva, volendo inserirsi nella natura con forme organiche in simbiosi col giardino.ERIK MORVAN, architetto
Ha studiato a Parigi, prima Architettura d’Interni e quindi Progetto Architettonico.
Attualmente è attivo in due studi, uno a Parigi e l’altro a Barcellona nella villa qui illustrata. Oltre che in Europa lavora in Estremo Oriente, della cui cultura è un appassionato studioso. Il suo approccio all’architettura parte da un’esigenza di base: fondere il costruito con la natura circostante (resa omogenea al progetto generale) per  ottenere quella superiore armonia da lui ritrovata negli antichi padiglioni e nei giardini tradizionali dei monaci zen.Centralità del progetto: creare una comunicazione fluida tra gli spazi, sia interni sia esterni, dilatando le forme in modo da inglobare nella zona protetta sia il giardino sia la visione del mare. Qui l’architettura è al servizio della natura, ma anche viceversa, la natura è al servizio dell’architettura.
Innovazione: in questo giardino viene accentuata la composizione pittorica per raggiungere quella sensazione di serenità che è tipica dei giardini Zen, utilizzando forme moderne minimal.
Uso dei materiali: gli interni hanno pareti e pavimenti bianchi mentre i mobili e le sedute sono quasi sempre neri per creare un gioco astratto al cospetto della natura.

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