Arte e funzionalità.

I primi 40 anni di Focus

Servizio di: Giulia Belcamino

Una bella storia, una moderna avventura, per i camini d’artista che personalizzano l’ambiente oltre a riscaldarlo.

Un’impresa artigianale, dove ogni pezzo è attentamente curato, come un’opera unica, che oggi rappresenta un punto di riferimento mondiale nel settore dei camini e non ha mai abbandonato il suo luogo d’origine, la sua culla: Viols de Fort, in Francia. Nonostante l’alta esportazione (il 45% del fatturato), non è avvenuta nessuna decentralizzazione dell’azienda perché Focus è prima di tutto dei dipendenti “sono anche loro che fanno bella l’impresa” afferma Dominique Imbert, l’artefice creatore dell’Impero Celsius, “si sono già viste imprese create senza il denaro, ma non se ne sono certo viste create senza uomini appassionati”. Oggi Focus è un azienda con 80 addetti occupati, offre un catalogo di oltre 50 modelli, vende più di 250 pezzi al mese e ha raggiunto un volume di affari di 8 milioni di Euro nel 2004. Focus ha saputo sviluppare una capillare rete commerciale in 28 paesi in 4 continenti e mette a disposizione un valido servizio di assistenza tecnica e consulenza, particolarmente apprezzato dai progettisti e dai clienti. Celsius è stata segnalata nel Top 10 nella classifica delle cento imprese con i migliori guadagni fatta nel 2004 fatta dalla rivista ‘Enterprise’ e rientra nella lista di eccellenza delle migliori piccole e medie imprese stilata nel 2002 da ‘Le Figaro’. In Italia tutti i prodotti Focus vengono distribuiti da Celsius Italia s.r.l. che ha la sede ed esposizione a Lecco.

"Nell’arredamento contemporaneo, il camino torna ad assumere il suo ruolo di protagonista assoluto
intorno al quale viene costruito l’arredamento di tutto l’ambiente."

In produzione

Estremamente esigente sulla qualità delle sue creazioni sia in termini di design sia di tecnologia e fabbricazione, Dominique Imbert dirige personalmente ogni progetto insieme alla propria equipe altamente qualificata. L’utilizzo dell’attrezzatura industriale pesante, indispensabile per la realizzazione delle forme complesse dei modelli Focus, si unisce alla fabbricazione tipicamente artigianale al fine di realizzare i modelli tutti“su misura” e ottenere un rigore costante nella scelta del materiale.

Dominique Imbert racconta Dominique Imbert

“SONO UN DESIGNER?
NON HO FREQUENTATO NESSUNA SCUOLA DI DESIGN,
NON HO STUDIATO ARCHITETTURA,
NON HO FATTO UN SOLO CORSO DI DISEGNO,
NON HO FREQUENTATO NESSUNA SCUOLA DI PITTURA, DI SCULTURA, DI BELLE ARTI,
DI STORIA DELL’ARTE… NULLA.

Ho imparato a cucinare e a lavare i piatti con un cuoco greco in un ristorante indiano a Manhattan dove sono stato per molti mesi, il risultato è che oggi cucino male sia piatti indiani sia greci. Ho imparato l’etnologia trascorrendo un periodo in Alaska tra la popolazione degli Inuts. Ho ottenuto un dottorato di Sociologia presso la Sorbonne di Parigi
“sull’influenza del fattore estetico nell’ambito del lavoro sul comportamento umano” ma questo mi ha indirizzato a diventare un insegnante di storia in un Liceo parigino. Bene. Allora quando un Ministro francese riconosce alle mie creazioni il “Prix National de la Création” (Parigi 1995) quando vedo i nostri camini esposti nei Musei d’Arte Contemporanea di Bordeaux, Grenoble, Stockholm oppure al Guggenheim di New York, quando riceviamo delle medaglie d’oro per i Trofei del Design (Parigi 1995/1997/2001) oppure il “Prix de l’Innovation du salon Batimat” (1999), quando ricordo che sir Norman Foster mi ha chiesto di creare un modello speciale per lui, mi chiedo perché? Mi chiedo cos’è successo? Mi chiedo, se come Obelix, quando ero piccolo sono caduto in una pentola di design?! L’unica cosa che potrei dire è che quando ero un adolescente, in campagna, in vacanza, trascorrevo il mio tempo in compagnia di un fabbro costruendo mobili in ferro. Realizzavo forme in acciaio che non osavo chiamare sculture. Questa malattia mi è tornata all’età di 27 anni, brutalmente. Allora ho lasciato Parigi e ho creato il mio atelier nel sud della Francia a Viols le Fort. Lì, ho costruito mobili, sculture, oggetti, case… camini, il destino ha fatto il resto, assicurandomi una fabbricazione e commercializzazione continua di ciò che creavo. Oggi nonostante un ottantina di persone lavorino per Focus e più del 50% della nostra produzione venga esportata tra Italia, Europa, Giappone, America…, cerco di continuare ad ignorare le mode o le richieste del mercato. Ho la fortuna di poter continuare
a rispondere alle intuizioni e a farlo con piacere. Ciò che faccio mi insegna ciò che cerco. Ciò che m’interessa, ciò che
mi emoziona è quello che mi commuove e ciò che mi commuove è scoprire, nascoste nel più profondo di alcune forme, la complicità con la materia, una vita interiore, un’anima. Provo un immenso piacere quando riesco a dare un significato alle forme, un senso clandestino, una poesia. Del resto senza poesia si esiste senza vivere, senza la poesia si la vita perde significato. E per questo che considero il design l’espressione di una tensione tra poesia e bisogno, tra arte grafica e la funzionalità, tra l’affettivo e il razionale. Quello che mi domando in continuazione è: se
sono un designer, se allo stesso tempo sono un imprendditore non per mia scelta, se continuo a creare con passione delle forme in acciaio e bronzo che qualcuno definisce sculture, ecc… Devo confessare che sono qualcuno che non sa molto bene chi è, che non sa molto bene cosa faccia, in effetti, non capisce bene cosa sia il design, ma che pratica in questo settore con immenso piacere. Se mi costringete a definirmi, mi piace limitarmi a citare una frase di Le
Corbusier: “la tradizione consiste nel creare la propria epoca”. Ed ecco… Tutta la mia filosofia in un’ultima battuta”.

Appuntamento con la storia

1968

Girofocus. È il primo camino sospeso e rotante a 360° che verrà esposto al Museo d’Arte Contemporanea di Bordeaux nel 1996, al Centro Nazionale d’Arte contemporanea di Grenoble nel 1997 e al Museo Guggenheim di New York nel 1998.

1967

Antefocus. Il primo camino della dinastia Focus. Nel
1967 Dominique Imbert abbandona la città che definisce un luogo ‘privo di valori’ e si trasferisce nel borgo medievale di Viols le Fort, a 25 km da Montpellier,
in un antico casale in degrado che pian piano ristruttura con amore e passione. Qui, disegna e realizza il suo primo camino: Antefocus che nasce come una risposta immediata all’esigenza di scaldare la propria abitazione.

Girofocus
Antefocus

2001

Filiofocus. In continua evoluzione la linea Filiofocus,
sviluppa l’innovativo e affascinante modello telescopico progettato su richiesta dell’architetto Norman Foster per il suo studio di Londra. La cappa e tutto il condotto possono scendere fino toccare il braciere e trasformare
il modello in un focolare chiuso. Filiofocus ha ottenuto la Medaglia d’Oro dei ‘Trofei del Design’ al salone Batimat a Parigi nel 2001.

2005

Métafocus. Cogniugando il mondo della scultura e quello del comfort Focus, sviluppa una linea di camini a incasso con diverse facciate del focolare in acciaio brunito, arrugginito o cerato e in bronzo patinato. Sono pezzi
unici, vere opere d’arte numerate e firmate dall’artista.

Filiofocus
Métafocus

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