Basilico Genovese è il nome di un prodotto ortofrutticolo italiano a Denominazione di Origine Protetta. L’iter per il riconoscimento si è protratto per oltre sei anni ed ha visto la sua fase conclusiva risolversi fra il 2004 e l’ottobre del 2005. Questo prodotto – sebbene l’indicazione DOP si riferisca alla coltura praticata in tutta la Liguria – viene principalmente coltivato in uno specifico quartiere di Genova, ovvero Pra’, dove viene coltivato fin dall’antichità ed è rinomato per la sua qualità, particolarmente indicata per la preparazione del classico pesto, il condimento tipico della cucina ligure adatto a confezionare uno svariato numero di piatti asciutti e speciali tartine e focaccette. Il basilico genovese (le lettere in maiuscole della dicitura ufficiale si riferiscono alla nomenclatura originale attribuita dal Ministero per le Politiche agricole di concerto con la UE) si distingue per le sue foglie di dimensione mediopiccola, con forma ovale e convessa, ed il colore verde tenue che le caratterizza. Il profumo è – rispetto ad altri tipi di basilico – particolarmente
La semina – che può essere effettuata durante tutto l’anno, pur concentrandosi prevalentemente nel periodo primaverile – avviene manualmente a terra, ad una profondità di mezzo centimetro, in siepi denominate tacche appositamente predisposte e della dimensione di circa cm. 120 / cm. 160. I fertilizzanti (soprattutto di tipo organico) vanno interrati precedentemente durante la fase di preparazione del terreno che dev’essere leggero ma al tempo stesso arricchito di una buona dotazione di calcio ed a basso contenuto di componente acida. L’acqua migliore per il basilico è l’acqua piovana.
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