Spazi contemponei tra natura e cultura mediterranea C’è un’affinità profonda tra l’architettura mediterranea di costa e l’omologa messicana, dovuta probabilmente alle comuni radici iberiche sia per il colore che per la stereometria dei volumi. In un Si può essere pieni di temperamento e nello stesso tempo razionali: è quanto ci dimostra la generazione dei “maestri” dell’architettura messicana, oggi impegnati come docenti nelle università a trasmettere alle nuove generazioni il loro equilibrato messaggio di precursori. Le immagini di queste due pagine si riferiscono a una villa progettata da José Ignacio de Abiega Sordo, che insegna all’Università Iberoamericana, alla Nazionale del Messico e all’Università Cattolica La Salle. Anche in questo progetto il colore si unisce a una chiara e classica configurazione degli spazi. Lo studio “Tarme” degli architetti Alex Carranza e Gerardo Ruiz Diaz è nato nel 1982 a Città del Messico con il programma di disegnare spazi dove la proporzione, la bellezza e la funzione fossero intimamente fusi, e dove venissero soddisfatte tutte le esigenze del cliente, quelle pratiche come quelle psicologiche, in rapporto al suo personale stile di vita. Insomma: la ricerca di un funzionalismo pieno di armonia.
In questa villa che sorge in un’antica località Maya, San Miguel Chapultepec, i due architetti hanno costruito una villa molto funzionale dove il sole viene filtrato e diffuso all’interno in modo suggestivo e dove, con l’aiuto di viridari, cavedi e miniverande, l’esuberante natura messicana entra fin dentro casa. Perché i due architetti sono consapevoli che l’equilibrio tra forme, colori e funzioni qui è strettamente legato alla natura.
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