Come trasformare una casa cantoniera in un’architettura sofisticata

Questa casa cantoniera rimaneggiata si trova vicino alla località di Corciano, tra Perugia e il lago Trasimeno, e la strada che vi passa è quella che conduce all’autostrada Firenze-Roma; ragione per cui, essendo molto trafficata, la facciata su strada doveva rimanere ermeticamente chiusa, e di conseguenza c’era il desiderio di avere grande apertura e trasparenza per quella verso il giardino. Ma sentiamo come si esprime, in perfetta lingua architettese, il demiurgo, cioè l’architetto Mauro Zucchetti di Perugia. “La necessità di mettere in comunicazione i piani dell’edificio esistente mantenendo integra la superficie originaria, e la volontà di migliorarne l’aspetto architettonico, sono le due linee guida che hanno generato il progetto.Ed ecco il suo percorso. Un nuovo blocco scala viene inglobato in un volume che, ponendosi come elemento di transizione tra spazi interni ed esterni, definisce in modo iconico la nuova facciata principale dell’edificio. Tale volume acquista fisionomia attraverso l’alternanza di vuoti e pieni, di trasparenza e compattezza, attraverso l’uso del vetro e del mattone. Gli spazi interni vengono così amplificati verso l’esterno e viceversa.”

Qui c’è un curioso sistema d’illuminazione realizzato da Viabizzuno: una serie di pannelli in cartongesso che scorrono in un binario e una serie di faretti incassati in un’altro binario che li illuminano.Si tratta pur sempre di una vecchia casa cantoniera, non dimentichiamolo, costruita con economia durante gli anni migliori del passato regime; l’architetto progettista ne era vincolato e poteva fare ben poco. Invece è riuscito a fare molto: oltre a rendere moderna la facciata verso il giardino, ha reinventato completamente gli spazi interni impostandoli con larghezza di visione, quasi fosse una moderna villa californiana.

Sedie di Harry Bertoia del 1952 prodotte da Knoll International.
Lampada “Arco” del 1962 di Achille e Piergiacomo Castiglioni per Flos.
Tavolo ‘800 di famiglia. Divano di Moroso.
In bagno, lavelli di Villeroy & Boch e vasca con idromassaggio Boch.Tutto ora è ampio e libero da ingombri, illuminato dalle grandi vetrate rivolte a Ovest dove la luce entra filtrata dalle scale, in un complesso gioco di prospettive. Ma non è bastato dilatare lo spazio verso l’esterno con queste grandi vetrate, i clienti volevano rendere abitabile anche il giardino.
In giardino l’architetto Zucchetti ha organizzato un salotto en plein air sotto un gazebo rettangolare con tetto a due falde, strutturato a capriate come una chiesa romanica. I divani sono naturalmente da giardino, con modulo cubico e struttura in fibra intrecciata.
L’insieme sembra riparato e gradevole da abitare, soprattutto nei giorni caldi rinfrescati dalla brezza che viene dal lago. Anche il giardino ha goduto, come il resto dell’edificio, di un trattamento liberatorio e geometrizzante: un prato all’inglese completamente piatto, interrotto solo dagli ulivi che già c’erano e piangeva il cuore tagliare, permette all’occhio di percorrere liberamente il piano dove si poggia con nuova monumentalità la rinnovata casa colonica. Lo percorrono due sentieri rettilinei che partono simmetricamente dalle due porte aperte verso il l’esterno: sembra poco, ma questi due percorsi riescono a inserire otticamente la costruzione, diventata importante, nel piano verde del giardino. Da questa analisi formale esce l’immagine di un intervento modernizzatore che riesce a riorganizzare esteticamente gli spazi con sicurezza e moderazione, inserendo il meglio dell’attuale poetica dell’abitare senza contrapporsi violentemente alle preesistenze architettoniche e naturali.Nato a Perugia Il 05/10/59, si laurea in Composizione Architettonica a Firenze. Iscritto all’albo degli Architetti della Provincia di Perugia, svolge l’attività come libero professionista dal 1985. Dal 1986 al 1990 è co-fondatore dello studio Eidos Associati la cui attività è incentrata sulla progettazione di spazi pubblici e ristrutturazioni private.
Dal 1990 apre il proprio studio di architettura in Perugia, la cui attività si incentra verso la progettazione di spazi pubblici e industriali con particolare attenzione al progetto esecutivo, al dettaglio ed ai materiali. Dal 1992 al 1995 partecipa all’attività didattica della Facoltà di Ingegneria di Perugia, Istituto di Disegno Architettura, come tutor del corso di Composizione Architettonica.

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