Ascesa e declino della città europea

Luca Cavalli Sforza – forse il più illustre genetista del nostro paese, a lungo vissuto a Stanford – sostiene che nella specie umana da molti millenni non riscontriamo più quelle mutazioni che nel tempo hanno sempre consentito l’evoluzione delle specie, migliorando la capacità di adattamento all’ambiente, ma abbiamo supplito a questa carenza dell’evoluzione biologica con il progresso culturale, che ci ha consentito di migliorare la nostra capacità di sopravvivenza in maniera inimmaginabile rispetto ai ritmi dell’evoluzione biologica.1
Se la cultura delle città, la cultura della città italiana e della città europea, è dunque frutto di questa evoluzione, dobbiamo domandarci quali ne siano gli specifici caratteri e soprattutto se siamo in grado di intravedere i segni di una sua possibile evoluzione, di una possibile mutazione futura.
Delle specifiche caratteristiche della città europea abbiamo già parlato la prima volta che ho partecipato al seminario di Camerino nel 1993,2 e da allora non posso aver cambiato parere…

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