ARCHITETTURA E ARTE PER LA PACE

Sono edifici volti alla ricerca dell’intesa tra i popoli nel mondo (in Giappone, India, Europa, USA, con uno sguardo rivolto al futuro tra le stelle). Un’utopia che la memoria delle devastazioni belliche ha reso più pressante e concreta: alcuni di questi luoghi sono consacrati al culto, tutti sono votati alla speranza.

La Pace è una aspirazione comune a tutte le persone di buona volontà, ma anche una condizione di concordia del mondo (nella situazione così conflittuale e tragica che quasi ovunque ormai ci circonda), nonché un sentimento psicologico di ciascuno, e di tutti coloro che vogliono condurre una vita serena e tranquilla, nonché di cordialità e amicizia con gli altri, e comprensione nei confronti di tutti.
Di questo aspetto così desiderato, eppure non molto applicato e sempre reso precario da guerre e aggressioni di ogni genere che ovunque si svolgono e possono anche inaspettatamente verificarsi, il libro sui ‘Luoghi della Pace’ pubblicato dalla Jaca Book a cura di Corrado Gavinelli (il quale si è occupato della parte architettonica, lasciando il contributo artistico a Sylvie Forestier, e la compilazione bibliografica alla mia elaborazione) affronta le circostanze oggettuali di realizzazione più recenti e attuali nella produzione di architettura e arte di maggiore importanza del secondo dopoguerra, a cominciare con il Parco-Museo della Pace costruito ad Hiroshima da Kenzo Tange tra il 1953 ed il 1956 (con progetto del 1948/49) per giungere ai futuribili progetti pensati da Paolo Soleri – dagli Anni Ottanta e successivi – per la possibile occupazione dello spazio interplanetario.
Si tratta di poche, ma intense, costruzioni e proposte, non genericamente riferite al pacifismo (quali sono le chiese o i templi di culto istituzionali, le sedi culturali ufficiose, ovvero i monumenti pubblici) bensì esplicitamente dedicati alla condizione di pacificità ed alla dichiarata attestazione della sua esistenza ed esigenza, tramite il messaggio artistico o attraverso la costruzione edilizia.
Pertanto, il viaggio nella architettura e nell’arte di questo volume tocca differenti luoghi sulla terra, tra loro distanti ma tutti uniti dal medesimo anelito di concordia ed armonia tra le persone e le popolazioni, considerando – con attenta analisi documentaria e storica, e per mezzo di eccezionali illustrazioni fotografiche – il già ricordato Museo a Hiroshima in Giappone, la Cappella della Pace (e della Guerra) di Pablo Picasso a Vallauris in Francia (1950/52-53), il Monumento della Mano Aperta a Chandigarh nel Punjab (India) di Le Corbusier (1952-58/68), l’altrettanto francese Cappella della Pace nel convento Carmelitano a Mazille, di Josep Lluis Sert (1968-71 e 1977-81), e – andando negli Stati Uniti – la Cappella Ecumenica a Houston (intitolata a Marc Rothko perché contiene le sue ultime opere monocrome) costruita da Philip Johnson nel 1965/66-71; poi, ritornando in Francia, il Museo del Messaggio Biblico a Nizza di Marc Chagall (edificato dall’architetto Henri Fisch nel 1969/70-73) e lo Spazio della Meditazione nella sede dell’Unesco a Parigi di Tadao Ando del 1993/94-95 (con l’attiguo Giardino della Pace di Isamo Noguchi del 1996-98), e dunque, in Italia, il Piazzale della Pace a Parma di Mario Botta (1996-2001), che conclude i lavori effettivamente realizzati.
Tra le opere invece soltanto progettate (o in esecuzione), vengono esaminate il marsigliese Santuario della Pace e del Perdono a Saint-Baume, anch’esso di Le Corbusier (1948/60); l’italiana Cappella del Corpo di Cristo ad Orani presso Nuoro di Costantino Nivola (1980); e gli Spazi per la Pace nell’universo interstellare ideate dal già ricordato italo-statunitense Paolo Soleri.Il libro si conclude riprendendo i tre più recenti Monumenti dedicati alla Pace disegnati dalla scultrice Clara Halter e strutturalmente impostati dall’architetto Jean-Michel Wilmotte (costruiti rispettivamente a Parigi nel 1998-2000, a San Pietroburgo nel 2001-03, e sempre a Hiroshima nel 2003-05), nonché la erigenda Cappella della Pace a Baghdad decorata dall’artista coreano Kim En Joong (iniziata nel 2010).
Evitando altre considerazioni aggiuntive di carattere personale che potrei aggiungere sul volume di Gavinelli, preferisco invece riportare su questo due testimonianze più anonime – ma altrettanto belle e significative – di recente ricevute da due giovani italiani dalle personalità differenti, nonché geograficamente lontani: una ragazza universitaria di Bagnolo in Piemonte (Michela Dianti), e un ricercatore a Potchefstroom in Sud Africa (Andrea Giampiccoli).
La studentessa ha scritto che “Questo volume di Gavinelli, così riccamente illustrato e scrupolosamente documentato, merita l’attenzione e l’apprezzamento non soltanto degli appassionati di arte e di architettura moderna e contemporanea, ma di chiunque intenda interrogarsi sul significato storico, antropologico, etico e morale della pace nel mondo. […] Penso inoltre che le attente indagini sul vastissimo corpus documentario che l’autore ha preso in considerazione, possano diffondere un messaggio di speranza che veda il trapasso del concetto di pace – troppo spesso invocato, e mai prima d’ora davvero approfondito nei suoi modi più complessivi – da perenne astrazione, e da utopia sublimata, a concreta e attiva disposizione messa a servizio e vantaggio dell’umanità tutta. […] Il mio più vivo augurio nei confronti del libro di Gavinelli è, pertanto, che la sua grande opera riesca ad ergersi a paladina – e, in certo qual modo, diventare capostipite – del lungo e faticoso, ma non per questo irrealizzabile, cammino della Pace, il cui obiettivo ultimo è quello – ripeto – di capovolgere l’orrore in splendore, l’annientamento in bellezza, il vuoto espressivo in eleganza e decoro”.
Il ricercatore a sua volta ha fatto queste considerazioni: “Il nuovo libro ‘Luoghi della Pace’ (edito da Jaca Book a cura di Corrado Gavinelli e con interventi di Sylvie Forestier, nonchè schede di Angelo Stabin e di Jean-Louis Prat e una bibliografia ragionata di Mirella Loik) percorre un tragitto di riflessione sulla condizione e il valore della Pace come necessità umana osservata attraverso una raccolta – di respiro mondiale – di opere archittetoniche ed artistiche; che, malgrado la loro diversa provenienza culturale e ragione di esistenza,  documentano e accomunano una stessa esigenza di pacifismo. Il libro è drasticamente attuale, uscendo in un momento storico attravesato da grandi conflitti ideologici e militari. ‘Luoghi della Pace’ dialoga dunque per un maggiore bisogno, ed indispensabilità nel contesto umano sia locale che mondiale, di pace,  di comprensione, e di uguaglianza  nelle società e negli individui, pure nel rispetto delle diversità culturali di provenienza e concezione: come del resto, dalle opere stesse trattate nel volume, viene oggettivamente testimoniato”).
Considerazioni differenti ma di carattere inevitabilmente unitario, provenienti da quel comune sentimento di speranza e solidarietà che risiede nel pensiero della PaceGuarda il documentario Pittori del XX°secolo-Pablo Picasso a Vallauris
http://pro.dibaio.com/picasso-vallauris

Leggi altri contenuti riguardo Corrado Gavinelli
http://pro.dibaio.com/corrado-gavinelli

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