SOTTO UN AGGREGATO DI PANNELLI

Una struttura dal sapore hi-tech che ricorda una grande tenda: ma rilucente nelle coperture in zincotitanio.
Il progetto di Archicura compagina elementi dal richiamo chiaramente tradizionale come il campanile, con un disegno ardito per la copertura di un’aula liturgica organizzata a Communio Raum.

Il profilo tagliato da nette superfici piane che si sommano le une alle altre come se appartenessero a un cristallo di ghiaccio in formazione: un disegno consono con quelli delle attuali produzioni hi-tech, per quanto già nei primi anni ‘60, in Svizzera, il Prof. Arch. Justus Dahinden firmasse chiese le cui caratteristiche generali si avvicinano a questa soluzione, con slanciati campanili come guglie a base triangolare che sembrano infilarsi nel cielo, perdendo la propria dimensione terrena nell’acuminata cuspide che è punto generativo, riassuntivo e organizzativo delle energie interne dell’edificio.
L’architettura sembra riprodurre la spigolosa e frastagliata maestosità delle Alpi, petrose e rilucenti nelle nevi perenni che le coronano.Qui il gioco superfici-luce è accentuato dalla presenza delle vetrate, a raccordo tra i diversi piani dal perimetro irregolare che si accostano come enormi piastre dalle superfici riflettenti. L’edificio ha fatto subito parlare di sé: costituisce una presenza fortemente significativa nel contesto e la pacata forza, che sembra scaturire dal suolo per erompere con moto tettonico ascendente, appare atto a rappresentare la permanenza della chiesa e la sua capacità di vivere nella contemporaneità, parlando la lingua viva delle genti, pur mantenendo un aspetto riconoscibile e raffrontabile con le caratteristiche architettoniche che accompagnano la storia secolare delle chiese: copertura a falde, campanile, preminenza sull’intorno.E qui troviamo anche slancio, leggerezza, capacità di toccare il cielo pur mantenendo un forte radicamento al suolo.
È un’architettura che raggiunge un momento di equilibrio tra dinamismo ed espressione simbolica, in questo ottenendo un risultato di rara qualità. La pianta è tendenzialmente ellittica e la pedana presbiterale si trova in posizione mediana, sotto il luogo ove la copertura è più alta, e la disposizione liturgica è a Communio Raum (cfr CHIESA OGGI architettura e comunicazione 91/2010), col diametro maggiore sulla direzione nord-sud.
L’ingresso principale si trova sul lato lungo, verso ovest (caratterizzato da un camminamento coperto che funge da atrio).A nord un altro accesso collega al corpo delle opere parrocchiali e della canonica, mentre a Sud il terzo ingresso sta accanto al campanile, che sorge sopra il battistero.
Questo ha pareti vetrate che lo rendono visibile sia dall’esterno che dall’interno della chiesa, e ne fanno un segno ben presente nell’edificio.
In realtà le vetrate in questa chiesa sono un complemento dei piani che definiscono l’architettura, rendendo l’ambiente liturgico permeato da squarci di luce che movimentano tutto l’ambiente.La pedana presbiterale è divisa in due settori da due gradini che sopraelevano la parte su cui sta l’altare, la cui forma scultorea ripete in senso inverso il disegno a tagli convergenti che caratterizza la copertura: si ottiene così, sotto il profilo plastico, una duplice tensione, ascendente e discendente, che struttura verticalmente lo spazio liturgico, generando – ma in modo sussurrato, non conclamato – un collegamento tra la mensa e il colmo della copertura, ovvero il manto protettivo che questa simboleggia.Di fronte all’altare, nella parte più bassa del presbiterio, sta l’ambone, sul piano formale e materico ben coordinato con l’altare e reso evidente dalla propria posizione, più che per la propria dimensione. Mentre il seggio del presidente sta sul piano dell’aula, come primus inter pares nell’assemblea, è rivolto verso l’ingresso principale e per disegno e materia – il marmo bianco – dialoga con l’altare e l’ambone.
Tutte le linee della chiesa esprimono dinamismo, l’assieme però è raccolto. Tradizione e innovazione stanno sul piano della continuità.Committente: Diocesi di Alba
Progetto: Archicura (Arch. Paolo Dellapiana, Arch. Ugo Dellapiana, Arch. Francesco Bermond des Ambrois)
Liturgista: Don Valerio Pennasso
Collaboratori:
Ing. Massimo Cirio (strutture cls)
Ing. Paolo Minuto (strutture metalliche)
Ing. Francesco Gobino (impianto termico)
P.I. Alessandro Olivero (impianto elettrico)
Foto: Arch. Paolo Dellapiana
Opere d’arte: Arcabas
Campane: ECAT, Mondovì (Cuneo)

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