Un box al centro della casa

Un architetto quarantenne innovativo reinventa il concetto di spazio interno e il modo di abitarlo.

Cosa non faremmo per ottenere ariosità e libertà di movimento anche in un piccolo appartamento!
Qui il problema stava nella difficoltà di dissimulare una serie di pilastri sfalsati fra loro, prima nascosti da un inutile corridoio. Il progetto, basato sulla ricerca di uno spazio fluido, ha messo al centro un volume dalla forma dinamica che contiene una cabina armadio e il piccolo bagno. “Questo elemento è il protagonista della casa e ne determina la distribuzione” spiega l’architetto Adorni.Il dinamismo che questo elemento centrale evoca serve a farlo leggere non come una delimitazione, ma come un oggetto che in qualche modo dilata lo spazio e ne aumenta la percezione dimensionale.
Inoltre, per dare fluidità, la pavimentazione è divisa in due zone, quasi che questa grossa cabina corresse lungo un binario. Una parte è piastrellata con quadrotti di gres bianco, e su di essa poggia la grande cabina, mentre il resto è pavimentato con grandi tavole di rovere oliato, disposte in modo da accentuarne le linee di fuga.Funzioni all’osso e rigore formale assoluto dilatano lo spazio e rendono ogni angolo molto interessante.

Alla parte bianca appartengono le zone più “fredde”, ossia la cucina e il bagno, mentre alla zona parquet quelle più “calde” come la camera da letto e il soggiorno. Questi due ambienti sono separabili mediante una parete scorrevole a tutta altezza. Vi è poi una logica del colore che intende caratterizzare ogni ambiente con una tinta diversa, senza che questo sia percepito dalle altre zone della casa: il verde mela abbinato al bianco per l’ingresso, il rosso acceso, sempre con molto bianco, per il soggiorno/ notte, e infine il lilla per il bagno.Centralità del progetto: si accentrano alcune funzioni di servizio in un blocco centrale dalla forma stondata, poggiato direttamente sul pavimento. In questo modo tutte le funzioni si intersecano in un’unica stanza globale, e le zone topiche vengono identificate grazie agli oggetti disposti ad arte.
Innovazione: distruggere ogni separazione per rendere percorribile tutto lo spazio. Limitare i servizi richiudendoli in un unico blocco separato. Creare uno spazio anulare dove non vi è né inizio né fine.
Uso dei materiali: utilizzare la diversità materica e cromatica (metà bianco e metà marrone) per interrompere la planarità del pavimento.

FRANCESCO ADORNI architetto
Nato a Milano nel 1971, studia al liceo classico Berchet, poi frequenta la Facoltà di
Architettura presso il Politecnico dove consegue la laurea a pieni voti nel 1997. Inizia a collaborare con lo studio Urban Office Architecture di Milano dove corealizza un padiglione per i senza dimora, e subito dopo apre un proprio studio sempre a Milano. Lo studio produce opere nel campo residenziale, terziario, commerciale e alterna tale attività con la partecipazione a numerosi concorsi, attraverso i quali si è aggiudicato il nuovo polo scolastico di Villafranca presso Verona e, assieme allo studio Urban Office Architecture, il nuovo municipio di Ornago. Strutturale è l’utilizzo di software CAD avanzati.

 

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