Allegoria al boccascena Un camino acceso è uno spettacolo sempre uguale e sempre diverso di fiamme che si inseguono, si divorano tra loro e si consumano al ritmo lento del bruciare della legna; uno spettacolo di calore, forza ed energia che continua a ripetersi davanti ai nostri occhi Testo di Elisa Citterio La sua funzione, quasi sacrale, all’interno della casa, lo ha da sempre reso uno dei luoghi di riunione, di racconti e di emozioni, che ci richiama una dimensione intima di storie, simbologie e fantasie, qualcosa di antico, ma sempre vivo dentro di noi. Da tempo cercavo dei progetti di camino che unissero, oltre ad una bellezza estetica anche una funzione più profonda, che lo rendesse boccascena dello spettacolo fiammeggiante che in lui si consuma, e che mantenessero un significato simbolico, anche quando lo spettacolo si è ormai concluso. Il primo dei due bozzetti che mi hanno particolarmente colpito è quello dal titolo ”Il Camino del Collezionista”, in cui il tema classico viene rielaborato in modo personale, contornando il camino di una numerosa serie di cassetti, che diventano elemento fondamentale per definirne un nuovo utilizzo. Il camino assume una funzione scenica anche da spento e diventa il punto focale del fruire dell’opera d’arte. Come nella recente serie di sculture di Volpini “Contenitori”, nella quale l’artista utilizza i cassetti per riporvi delle opere d’arte, con l’atto simbolico di toglierle al consumo, così i cassetti del camino sono concepiti come contenitori di una collezione. La cappa si trasforma in un tokonoma, piccola alcova nelle stanze della casa giapponese tradizionale in cui vengono collocati pergamene e oggetti dal forte significato simbolico, dove le opere possono essere alternate ponendole all’attenzione e alla riflessione del collezionista. I collezionisti hanno sempre un ruolo importante nella vita di un artista, incoraggiando, sostenendo, criticando, ispirando, a volte sfidando con soggetti inusuali. Una collezionista bergamasca, la prof.ssa Anna Arnoldi, considerata uno dei maggiori esperti mondiali di lupino, ha chiesto al maestro Volpini di inventare una scultura da passeggio/gioiello che celebrasse questo modesto legume, noto ai più solo per la celeberrima citazione nel romanzo I Malavoglia. Invece il lupino è interessantissimo per le sue eccellenti proprietà nutrizionali e funzionali e viene oggi riscoperto, dopo decenni di oblio, per produrre vari tipi di alimenti, come gelati completamente vegetali, bistecche e bocconcini vegetariani. La forma essenziale di questo seme, apparentemente poco stimolante, ha ispirato alla fantasia creativa di Volpini dei giochi con corde o nastri.
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