Al servizio della città

Tratto da:
Chiesa Oggi 47
Architettura e Comunicazione

Al servizio della città

Dr. Paolo Colombo
Amministratore Delegato OSRAM

OSRAM, uno dei principali produttori di fonti di luce nel mondo, Società leader che col 5% del fatturato investito per la ricerca è all’avanguardia nella tecnologia, ha promosso nell’occasione del centenario della sua nascita in Italia, il progetto di illuminare le chiese milanesi.
Ne parliamo con l’Amministratore Delegato della Società, Dr. Paolo Colombo.

La collaborazione tra un’azienda privata ed enti pubblici a vantaggio della Chiesa è per l’Italia una novità. Abbiamo agito nel rispetto di tutte le parti coinvolte, per compiere un’operazione i cui risvolti sono molteplici: dall’aspetto artistico a quello religioso.

Qual è l’interesse di una impresa come OSRAM nel promuovere l’iniziativa di illuminare le chiese storiche di Milano?
Vi sono due componenti: il nostro impegno sociale nei confronti della città da un lato, dall’altro il nostro desiderio di celebrare in modo significativo il primo centenario della Società OSRAM. Quando l’Amministrazione comunale milanese guidata dal Sindaco Gabriele Albertini convocò gli “Stati Generali” nel 1997, lanciò un appello che, in sintesi, suona così: bisogna far qualcosa per la città, essa è patrimonio di tutti e occorre che ognuno si impegni per il benessere comune. Noi ci occupiamo di fonti di luce e abbiamo pensato di aderire all’appello mettendo a disposizione le nostre capacità tecniche e imprenditoriali. Di concerto con l’Amministrazione comunale e con le Autorità religiose, l’Arcivescovo Carlo Maria Martini e il Vicario diocesano, Mons. Erminio De Scalzi, abbiamo messo a disposizione gratuitamente il progetto illuminotecnico e fornito gli apparecchi illuminanti, mentre l’esecuzione degli impianti è stata curata dall’AEM. Per il progetto, che è stato elaborato sotto la supervisione della Soprintendenza, ci siamo serviti di specialisti tra i migliori.
Avete già attuato in precedenza iniziative simili?
Abbiamo una notevole esperienza in questo campo. Basti pensare che abbiamo realizzato l’intervento illuminotecnico sulla Cappella Sistina e su architetture monumentali di grandissimo rilievo quali S. Marco e il Ponte dei Sospiri a Venezia o Piazza della Signoria a Treviso.
Come si sviluppa la collaborazione tra privato e settore pubblico?
La collaborazione tra un’azienda privata ed enti pubblici a vantaggio della Chiesa è per l’Italia una novità. Abbiamo agito nel rispetto di tutte le parti coinvolte, per compiere un’operazione i cui risvolti sono molteplici: dall’aspetto artistico a quello religioso. Abbiamo dovuto mantenere un atteggiamento rigoroso perché fossero rispettate le scadenze e fosse mantenuto il livello di qualità dell’intervento.
Vi sono problemi specifici dell’illuminazione delle chiese?
Le chiese hanno un’architettura complessa le cui molteplici componenti rivestono una particolare importanza: le nicchie, le colonne, le lesene, il nartece…Si pensi inoltre al colore delle superfici e al modo in cui questo può essere reso dall’illuminazione artificiale. Noi abbiamo chiesto ai progettisti di realizzare impianti che rispettassero i monumenti, luci che non aggiungessero nulla all’architettura, impianti che fossero al servizio della chiesa. La complessità dell’illuminazione di una chiesa non deriva solo dall’aspetto plastico, ma anche da quello religioso, che non si manifesta solo all’interno, ma anche all’esterno, poiché la chiesa è un punto di riferimento. Sull’abside di S. Ambrogio c’è la scritta: “Io sono la luce del mondo”.
Il legame tra luce e religione è fondamentale. Metter mano all’illuminazione di una chiesa è un compito di grandissima responsabilità.

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