Affacciata sulla baia tra gli Apostoli


Basilica Romana Minore di San Cristoforo a Canneto di Lipari (Messina)

La chiesa cinquecentesca in un sito privilegiato dalla natura e dalla storia, considerato Patrimonio Culturale dell’Umanità dall’Unesco, è stata ristrutturata su progetto dell’architetto Marco Agazzi dopo l’elevazione al rango di Basilica Romana Minore. I nuovi stemmi in marmo policromo campeggiano su pannelli in travertino che si alzano al di sopra delle porte.

Le Isole Eolie, disseminate nel basso Tirreno a Nord della Sicilia, in un raggio di 117 kmq dall’antichità sono crocevia di civiltà. Riconosciute Patrimonio Culturale dell’Umanità dall’Unesco, queste isole vulcaniche, del mare e del sole, del
vento e del fuoco, restano una delle mete più ambite del turismo internazionale: per la loro antica civiltà, per gli splendidi panorami, la limpidezza del mare, la naturale bontà degli abitanti e la mitezza del clima. Canneto di Lipari, dopo il capoluogo, è il centro più abitato delle Isole, con una popolazione di 2000 abitanti sul totale di 13 mila che conta
l’Arcipelago. Proprio sul suo lungomare, il più esteso delle Eolie e il più frequentato dai turisti, si erge la chiesa parrocchiale di San Cristoforo, la cui prima cappella sorse nel 1500, dopo il Sacco Saraceno di Ariadeno Barbarossa che si concluse con l’incendio della città di Lipari e la deportazione di tanti eoliani. Per la sua collocazione geografica, per
la caratteristica Cappella della grotta di Lourdes, per l’artistico altare, il pregevole ambone, lo splendido fonte, la sacra pianeta del beato Giovanni XXIIII, dono del Suo segretario particolare Mons. Loris Capovilla che qui celebrò la sua Messa d’Oro nel 1990, per la particolare devozione a San Cristoforo, è uno dei templi più belli delle isole. Il 12 settembre 2004 vi risuonò l’annuncio: il Santo Padre Giovanni Paolo II conferiva al Tempio di San Cristoforo, primo e unico nelle Isole, il titolo e la dignità di Basilica Romana Minore.

Mons. Gennaro Divola

La facciata restaurata con i nuovi inserti in travertino che incorniciano le porte.
Le statue degli Apostoli, benedette da Sua Santità Benedetto XVI in Città del Vaticano.Vista dalla copertura della basilica verso il mare. La statua di San Pietro. (Foto per gentile concessione del progettista)

La basilica si affaccia sul lungomare e con la sua augusta presenza richiama la antica storia del luogo.
La chiesa parrocchiale di San Cristoforo risulta perfettamente integrata nel profilo architettonico degli edifici
affacciati sul lungomare. Le prime notizie storiche della chiesa risalgono al 1594; i successivi interventi di ampliamento del 1864 e di restauro nel 1930 hanno consentito la sua conservazione sino ai giorni nostri.
All’interno San Cristoforo è dotata di tre navate intervallate da 10 colonne sormontate da artistici capitelli. Lungo le pareti laterali si allineano 10 nicchie con immagini artistiche e 12 quadri policromi a bassorilievo per la Via Crucis. Se lo spazio liturgico risultava già adeguato, l’elevazione al rango di Basilica Romana Minore ha suggerito un intervento
di restauro che evidenziasse questo nuovo status.
L’incarico è stato conferito all’architetto Marco Agazzi di Bergamo, che ha riqualificato la facciata con l’inserimento di contorni in pietra di travertino romano sulle porte principale e laterali. Nella parte superiore di ognuno di tali contorni, sono stati inseriti gli stemmi, realizzati in intarsio di marmi policromi, recanti l’emblema della Santa Sede e la rappresentazione della chiavi di San Pietro (sopra la porta centrale), del Pontificato di SS. Giovanni Paolo II (porta di sinistra) e dell’Arcivescovo metropolita di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela-Archimandrita del SS. Salvatore (destra).
Sopra gli spigoli di facciata sono state poste le statue degli apostoli Pietro e Paolo, alte 250 centimetri e realizzate in vetroresina per prevenire rischi derivanti dall’alto grado di sismicità dell’area. Si è proceduto anche al rifacimento della pavimentazione del sagrato e degli scalini di accesso alla chiesa: il sagrato, prima piastrellato in grès, è ora lastricato in pietra lavica grigio chiara disposta in campiture contornate da travertino. E’ stato infine realizzato un impianto illuminotecnico con faretti incassati nella pavimentazione che rischiarano la facciata nella notte.

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