360 gradi

Nippomania

Testo di: Walter Pagliero

Lo stile tradizionale giapponese affascina gli europei per il rigore, le forme apparentemente immutabili nel tempo, l’intensa carica rituale.

Foto tratte dal libro “Japan – The Art of Living” edito da Charles E. Tuttle Company (Rutland & Tokyo). È una pubblicazione molto ben illustrata, dedicata allo stile tradizionale giapponese come viene interpretato oggi in alcune abitazioni private sia in Giappone, nell’area di Tokyo, sia negli USA.

Se la nostra architettura è basata sul mattone e sulla pietra, quella giapponese nasce dal legno e dalla carta: due
modi opposti di porsi davanti alla natura. Dai tempi degli Etruschi noi abbiamo preferito costruirci intorno una solida fortezza, in Giappone come in Cina si è amato di più la esile e “naturale” capanna, un modello anche per templi e
palazzi principeschi. I tetti ricurvi come rami sembravano poggiarsi sul perimetro della casa con la grazia di una farfalla, e la separazione con l’esterno veniva annullata da pareti scorrevoli, o apribili verso l’alto, che vanificavano
ogni barriera. Ogni abitazione giapponese era pensata all’interno di un giardino, e quando si apriva entravano in
casa il verde, la natura, il vento e il profumo dei fiori.

Gli interni risentivano di questo: ogni vano, ogni spazio non era fisso ma mobile, e ciò che noi chiamiamo “mobili”, lì erano solo forzieri o semplici ma eleganti casse facilmente trasportabili. Nella foto si vede in primo piano uno di questi mobili blindati che ha una peculiare caratteristica: per essere facilmente spostato è munito di robuste ruote incorporate. Pochissimi gli altri mobili. Il letto non esisteva: era un semplice materasso srotolato per terra quando ce n’era bisogno. Per le persone importanti c’era invece una specie di divano sopraelevato, su quattro o sei gambe, spesso coronato da un baldacchino per poterlo usare all’aperto.

Una luce diffusa diafana e irreale

La principale suggestione delle antiche case giapponesi proviene dal loro tipo di finestre, dove non c’erano vetri ma
materiali diafani come la carta di riso. Questa “non trasparenza” aveva due effetti paralleli: isolava dall’esterno e rendeva soffusa la luce all’interno. Con un tipo di vita privata fortemente gerarchica e ritualizzata, questa luce irreale contribuiva a rendere più suggestiva qualsiasi manifestazione fondata sull’etichetta: dai segni di deferenza ai riti religiosi, alle esibizioni di musica e di canto. Qui sotto vi è la foto di un connubio particolarmente espressivo per la sua ritualità: un divano (in questo caso un kang cinese) posto davanti a un ricco paravento dorato. Il padrone di casa, che in origine lo usava standovi sopra a gambe incrociate, poteva ricevere i visitatori come su un trono, e l’abito di seta
pesante, che tendeva ad aprirsi a piramide, contribuiva non poco a dargli un’immagine regale.

Sono giunte fino a noi solo alcune antiche case ma parecchi mobili, perché sono passati di mano attraverso una fiorente attività antiquaria che ha toccato l’Europa come l’America. In alcune nostre case s’iniziano a vedere vecchi mobili giapponesi mescolati a oggetti di diversa provenienza, spesso all’interno dell’attuale tendenza etnica nell’arredamento. Ma quando si vuole ricreare un sapore autentico fatto di lanterne, finestre squadrettate con diaframmi diafani, stuoie e relativi futon, l’elemento fondamentale è la luce: se risulta magica tutto funziona, altrimenti il gioco dell’esotismo scade. Infatti, come si può vedere nelle pagine seguenti, le più belle case orientaleggianti in Occidente sono quelle create da italiani che hanno vissuto a lungo in quei paesi fino a non poter più fare a meno di quel modo di abitare. Per loro non è semplicemente un fatto di arredamento, ma di contatto con una cultura molto lontana dalla nostra con cui è stato possibile entrare in sintonia. Attraverso un’intelligente curiosità, un autentico interesse e una seria volontà di approfondire, si sono appropriati di uno stile di vita che vogliono ricordare anche dopo che sono tornati a casa.

Una mansarda con terrazza continua…

E’ la mansarda di un artista orafo che crea gioielli-scultura di gusto moderno. Nei suoi gioielli ama accostare materiali diversi, non sempre preziosi in sé, ma impreziositi nel contesto. Tra i materiali da lui più amati (e lo si può capire guardando la sua casa) è il legno: legni diversi trattati con una patina raffinata che li valorizza. Questa passione gli è venuta durante i frequenti soggiorni in Estremo Oriente, dove è rimasto affascinato dall’architettura nel suo insieme e da particolari come le porte scorrevoli a grata rettangolare con la carta di riso che lascia passare una luce soffusa e lattiginosa. Oggi in Occidente ognuno vive come vuole, e l’artista in questione, anche se sta in una mansarda nel centro di Milano l’ha voluta arredare sulla base di due ingredienti fondamentali: il legno dai riflessi cerosi e le porte-finestre mobili a griglia semitrasparente. Il risultato è una casa molto maschile, decisamente calda e accogliente,
con episodi piuttosto personali.

Una delle caratteristiche della tradizione estremo-orientale è la non chiusura delle loro case nei confronti dell’esterno, che è sentito come natura; quindi le loro pareti-finestre apribili sono significative solo se si aprono su un giardino. Qui fortunatamente c’era in origine una grande terrazza sulla quale, con molta cura e passione, col tempo sono cresciute alcune piante decorative. Certamente non è un giardino giapponese, ma il verde è sempre un fatto naturale e poterlo intravedere dall’interno di un appartamento è rasserenante. La terrazza continua per tutta la lunghezza della mansarda e beneficia della sua presenza tutti i locali principali della casa, dalla camera al soggiorno, dal pranzo alla cucina. Ogni locale è separato dal successivo mediante una quinta che non tocca il lato finestrato, in modo che la vista continua sulla terrazza risulta ininterrotta.

…e un pizzico di sapore orientale.

Per ragioni contingenti queste grandi aperture hanno una grata d’acciaio e non in legno; ma siamo a Milano e le esigenze di sicurezza hanno il loro peso. Il tavolo da pranzo ha al suo interno una sorpresa: sollevando il piano compare un biliardo e aprendo un contenitore ci sono le stecche e tutto il necessario. Questo gusto per la sorpresa che induce spaesamento si riflette anche in altri dettagli dell’arredamento. Per esempio, in un contesto molto serio e orientaleggiante compaiono alcune sedie in alluminio pressofuso con lo schienale che ricorda un coleottero. Non c’entrano nulla, ma proprio questo le valorizza: come quando l’artista inserisce pezzi di metallo nelle sue preziose collane. Tra pranzo e soggiorno c’è un dislivello, perché i divani sono inseriti in uno spazio rientrante nel pavimento. Questo non è nello stile dell’Estremo Oriente, ma in quello degli anni ‘60, poi abbandonato perché fuori moda; riprenderlo adesso denota originalità e gusto per l’effetto.

La camera da letto è un vero gioiello scultura, vi si accede scostando due ante in legno e vetro opalino molto orientali, e il letto compare nel centro di simmetria. E’ tutto bianco e geometrizzante (il cuscino tondo sovrasta quello cilindrico e il materasso è un perfetto parallelepipedo) ed è sostenuto da due grandi elementi in legno di diverso colore sovrapposti. Dietro, con effetto scenografico, gira intorno un mobile a più ante che simula una cassettiera con tanti cassetti tutti eguali. Nello spazio antistante per il riposo e la meditazione davanti al camino (un camino con cappa di vetro trasparente in una griglia di metallo nero) l’illuminazione è quella misteriosa di una lanterna a forma di cubo poggiata sul pavimento, ma c’è anche una fila di faretti inserita sotto al culmine del soffitto mansardato. Un ventilatore a larghe pale ricrea l’atmosfera di caldo umido delle zone tropicali. La suggestione sottile di questo appartamento sta proprio nel continuo rimando a qualcosa che viene solo accennata: non è un interno orientale trapiantato, ma una mansarda milanese con molto legno, come ce ne sono tante, che ammicca all’Oriente con nostalgia ma senza copiare nulla.

Un progetto italiano dove convivono armoniosamente due culture

uesto interno nasce curiosamente sotto il segno dell’amore per le arti marziali. L’architetto che l’ha progettato,
Manuela Marina, prendeva lezioni di kung-fu da un maestro italiano di tali discipline, che in quel periodo voleva rinnovare il suo appartamento per renderlo di gusto più orientale. La casa era situata nel quartiere di via Paolo Sarpi, la China Town milanese. Il padrone di casa era di cultura europea ma innamorato della spiritualità orientale, e aveva studiato per anni arti marziali (e non solo) nel monastero cinese di Shao Lin. Sua moglie, nata e vissuta fino a vent’anni in Cina, andava invece pazza per il design italiano. L’allieva e il maestro decisero di studiare insieme come si potevano fondere insieme, nella pratica dell’abitare, due culture tanto diverse.

In Edicola

E decisero che il comfort doveva essere quello italiano, mentre da un punto di vista visivo doveva prevalere il modo di concepire la casa secondo le tradizioni dell’Estremo Oriente. Per raggiungere il tipo di benessere che si prova nelle case orientali tradizionali, era necessario predisporre strutture aperte e luminose per non sentirsi troppo reclusi. Quindi, per isolare le singole zone si è fatto ricorso a paraventi a griglia con vetri opalini, gli stessi usati per le finestre, perché la luce violenta secondo questa concezione è da evitare, si cerca piuttosto il “ti vedo e non ti vedo”. Per coerenza, anche l’illuminazione serale è soffusa: i faretti illuminano solo le pareti e i divisori, mentre il resto della luce è dato dalle tipiche lanterne da pavimento. Si è fatto poi ricorso a una bassa sopraelevazione in legno per poggiarvi il letto, cioè il tatami, che serve anche da angolo pranzo raso terra.

MICRON bella luce

Publiredazionale a cura della DBE

Fondata nel 1987 da Bruno Schincariol Micron unisce nel segno del miglior stile italiano, arte del vetro, qualità e design
nell’illuminazione d’interni.

La produzione si articola in un’ampia gamma di modelli nati dalla collaborazione con affermati e nuovi designers che
interpretano l’evoluzione e le tendenze stilistiche per esprimerle attraverso nuove forme, funzionali di notte, nell’assolve
re il loro compito di illuminotecnica e di comfort visivo ma che al contempo lasciano spazio di giorno all’estetica dell’oggetto.

In questo quadro progettuale nascono le proposte Micron, forme plastiche ed eleganti che disegnano di luce gli interni
con un gusto brillante e contemporaneo, creazioni pensate per entrare in sintonia con i più diversi contesti dell’arredamento e per durare nel tempo.

Dalla particolare dedizione alla qualità è scaturita nel marzo 2000 la certificazione del Sistema Qualità Micron, un’ulteriore garanzia per il consumatore che tutte le attività svolte all’interno dell’azienda sono regolate secondo procedure che assicurano standard qualitativi costanti e controllati, a cui è seguita la Certificazione ISO 9001:2000 No. 9105 MCRN – per la progettazione, produzione e commercializzazione di articoli per l’illuminazione.

Micron è presente in Italia e all’estero con una qualificata e vasta rete di vendita, la distribuzione nel mercato italiano è garantita da circa 500 clienti specialisti di illuminazione, in Europa e nel resto del mondo, da agenti o distributori che
offrono all’utilizzatore finale servizio e competenza in linea con le prerogative dell’azienda stessa.

NICE applique/terra, diffusore: vetro pirex – colore vetro metà cristallo, metà retino serigrafato.
Struttura orientabile in cromo lucido, nichel satinato.
BRICK, plafoniera/parete, diffusore: vetro
pressato satinato bianco, ambra, azzurro, finitura: cromo lucido o nichel spazzolato.
NEW_DUETTO applique, diffusore: vetro extrachiaro da
6 mm, temperato e sabbiato con bordo
trasparente. struttura: cromo
lucido.
TIME sospensione, diffusore: vetro pirex
sabbiato finiture: cromo lucido e nichel spazzolato.
FLAT_CRYSTAL applique, diffusore: cristallo
extrachiaro struttura: cromo lucido.
TIME applique, diffusore: vetro pirex
sabbiato finiture: cromo lucido e
nichel spazzolato.
PLANET tavolo, diffusore: lamine metacrilato.
Colore: trasparente, rosso, azzurro, giallo.
Struttura: nichel spazzolato.

MICRON s.r.l. – VIA MUSON 8 – 31023 RESANA (TV) ITALY
TEL. (39) 0423 480973 – 715159 FAX (39) 0423 715088
e-mail: info@micron-srl.it – www.micron-srl.it

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