10 architetti per 10 soggiorni in mansarda

IDEE E PROGETTI D’AUTORE

Svariate soluzioni architettoniche di ambienti mansardati realizzati da abili architetti, selezionati per la particolare valenza compositiva, estetica e materica. Progetti molto diversi tra loro da cui prendere spunto per ristrutturare, rinnovare e arredare il sottotetto.

LA MANSARDA 27

Questa mansarda, abitata da una giovane coppia, è situata all’ultimo piano di un antico palazzo nel centro di Piacenza. L’appartamento, ristrutturato dall’architetto Biagio Cighetti, ruota intorno a un piccolo cortile al quale si affaccia con grandi vetrate ad arco. La luce, che entra non solo dalle finestre che danno sulla strada ma anche dalle pareti vetrate e dalle aperture poste nelle falde del tetto, è l’elemento che colpisce immediatamente chi accede all’appartamento dall’ascensore. La richiesta dei committenti è stata quella di realizzare una mansarda giovane ed elegante, caratterizzata dal design più attuale ma in grado di accogliere nel tempo mobili e oggetti di famiglia.

This attic, occupied by a young couple, is on the last floor of an old building in the centre of Piacenza. The apartment, restored by architect Biagio Cighetti, covers the last floor of the building, and turns around a small courtyard that you can look down on through large arch windows. Light, which does not only come in through the windows overlooking the street but also through the glass walls and the openings placed in the roof, is the element that immediately strikes anyone coming into the apartment from the elevator. The clients’ request was to create a youthful and elegant attic, characterised by the most modern design yet at the same time able to accept family heirlooms and furniture.

L’ARCHITETTO
Gian Biagio Cighetti nasce a Codogno (LO) nel 1957. Frequenta la Facoltà di Architettura al Politecnico di Milano, dove si laurea nel 1982. Insegnante di ruolo dal 1983, attualmente esercita all’Istituto Tecnico per Geometri di Piacenza. Dopo un lungo praticantato iniziato nel 1980 presso due importanti studi di architettura della città, a partire dal 1987 inizia la libera professione.

Opera per lo più nel campo dell’edilizia abitativa e terziaria, con particolare attenzione al restauro o ristrutturazione di edifici esistenti, prediligendo il recupero di rustici, molti dei quali presenti nel territorio della provincia piacentina. Progetta e disegna arredi sino alla loro esecuzione dedicandosi ad aspetti artistici e dettagli costruttivi. Recentemente si è anche dedicato alla progettazione di allestimenti fieristici. Da sempre appassionato di pallanuoto ha dedicato parte del suo tempo a ipotesi progettuali di impianti specifici per sport natatori.
Il progetto intende restituire una sensazione di ampiezza e soprattutto elevare il soggiorno a elemento centrale del focolare domestico. È caratterizzato dalla divisione del locale cucina dal soggiorno mediante un muro senza porte, smaltato di colore rosso, che maschera la cucina senza però negarne la lettura dello spazio. La scelta dei materiali e dei colori è molto decisa e determinante e le linee dell’intero progetto sono fedeli a un concetto di sobria linearità; infatti le forme sempre minimali sono esplicative del carattere determinato del committente.

The unit placed between the fireplace and the building’s structural pillar was tailor-made to create a functional space for a TV set while at the same time delimiting a relaxation area without interrupting the view of the whole space (open, as per the client’s request). Strong colours and materials have been chosen and the lines of the entire project are true to the concept of simple linearity. Sure enough, minimalist shapes provide clues as to the determined character of the client. Finally, the living room collects around the central space of the house, defining it. The project wants to give concrete form to the search for the right atmosphere using the colours, materials, and warmth of the house

L’ARCHITETTO

Daniele Rotondo nasce a Milano nel 1955. Dopo essersi laureato in Architettura nel 1983 al Politecnico di Milano, nella stessa città fonda lo studio Gambaro Rotondo Associati dove sviluppa e progetta molti lavori in campo residenziale e dell’interior design. I suoi progetti sono volutamente poco decorativi perché prediligono una ricerca di formalismi volumetrici e funzionali, lasciando ai muri il ruolo di sfondo (o di quinta) da trasformare insieme al cliente in episodi di arredo. Anche il colore è considerato un patrimonio importante e viene gestito con moderazione e oculatezza.

Negli ultimi anni si è occupato prevalentemente di recuperi sia di spazi abitativi sia di spazi lavorativi. L’espressività architettonica degli interventi trae origine da una base di solido “razionalismo” che riesce a penetrare attraverso il movimento moderno e post-moderno e ricerca una “proiezione” degli spazi realizzati verso evoluzione e futuro.

L’architetto Michela Genghini, partner dello Studio Assostudio di Monza, insieme al suo cliente (un giovane single milanese), ha ristrutturato il vecchio solaio di un fabbricato adibito a uffici all’interno di un complesso industriale, dando alla luce una piccola ma accogliente mansarda. Il sottotetto di partenza non era grandissimo e non permetteva allo stato di fatto di ottenere grandi risultati, ma facendo alcune modifiche sui muri perimetrali e alzando la linea di colmo, con l’impiego di velux, cappuccine e una grande vetrata, si è ottenuto un volume molto più ampio e luminoso. La pianta della mansarda è volutamente semplice: in prossimità dell’ingresso è stata collocata la cucina che si affaccia su uno splendido terrazzo verde, poi da un piccolo corridoio si accede al salotto, che può essere definito il cuore dell’appartamento, per arrivare quindi alla zona notte. La superficie non è grandissima e si è preferito, per quanto possibile, evitare di chiudere gli ambienti per non perdere la percezione della continuità.

Architect Michela Genghini, partner of Assostudio of Monza, and her client (a bachelor from Milan) have renovated the old attic of an office building in an industrial complex. The result is a small yet welcoming attic. Initially, the attic was not very big and held little promise, yet a few adjustments to the perimeter walls, such as raising the height of the ridge line by means of Velux windows in addition to the insertion of a large glass door, resulted in a much larger and brighter volume. The floor plan of the attic is deliberately simple: the kitchen is near the entrance and looks onto a splendid green terrace; then from a small corridor you gain access to the living room, which could be called the heart of the attic; finally you get to the sleeping area. The surface area of the attic is not particularly big. Where possible, rooms have not been closed off in order to maintain a sense of continuity.

L’ARCHITETTO
Michela Genghini nasce nasce a Monza nel 1969. Dopo la maturità classica si specializza a “Les Ateliers” di Parigi e nel 1994 si laurea in Architettura al Politecnico di Milano. Dal 1995 esercita la libera professione come associata di Assostudio s.r.l, che opera nel campo della progettazione di urbanistica, architettura, ingegneria, interni e design. Dal 2002 è presidente del Collegio degli Architetti e Ingegneri di Monza.

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LA MANSARDA 23

Il soffitto, completamente finestrato, è schermato in modo da lasciar piovere sul soggiorno una bella luce diffusa, che valorizza sia il caldo giallino delle pareti, sia i mobili minimalisti bianchi e marrone. La mansarda, ristrutturata e arredata dallo Studio Capriglione-Maestri di Piacenza, è abitata da una giovane coppia che ama ricevere gli amici in modo informale, un atteggiamento che ha portato alla scelta dell’open space con zone non impermeabili l’una all’altra, come nel caso della vasca con idromassaggio messa in bella evidenza dietro al letto (una moda nata per vivacizzare il rapporto di coppia), separata solo da un cristallo per evitare gli schizzi. Sulla parete che sovrasta uno dei due divani è appesa la sequenza fotografica di un bacio vorticoso, ripreso dall’alto in bianco e nero, di grande qualità.

The windowed ceiling is screened such as to bathe the living room with indirect light, which brings out both the warm yellow tinge of the walls and the minimalist white and brown furniture. The mezzanine, refurbished by Studio Capriglione-Maestri of Piacenza, is occupied by a young couple who enjoy receiving friends for informal get-togethers; this way of life has led to an open-space design in which zones are not secluded from each other, as is the case with the hydro-massage tub positioned in full view behind the bed (a trend intended to brighten up the experience of living together), separated only by a crystal that protects from splashing. On the wall behind one of the two sofas there is a photographic sequence of a vorticose kiss shot from above in black and white, and of excellent quality.

L’ARCHITETTO

Paolo Capriglione nasce a Piacenza nel 1968 e si laurea alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano nel 1995. La sua attività professionale è rivolta alla progettazione e alla direzione dei lavori nei campi dell’edilizia privata,
residenziale, commerciale, del terziario, del restauro e risanamento conservativo. Tra gli ultimi suoi progetti citiamo la ristrutturazione della Società Canottieri “Vittorino da Feltre” di Piacenza. Numerosi i suoi lavori pubblicati da riviste del settore e le partecipazioni a concorsi e mostre.
Nel centro storico di Pietrasanta, la cittadina della Versilia abitata da scultori per la vicinanza di Carrara, c’era un palazzo ottocentesco di belle proporzioni e di solida costruzione che per i casi della vita i
proprietari hanno venduto a lotti. La mansarda sembrava la parte più sacrificata e la richiesta era contenuta. Per un giovane architetto dall’occhio clinico, che già sapeva come valorizzarla, è stata una vera occasione. Dopo averla acquistata, ha aperto nei divisori larghe aperture ad arco ribassato perché la luce proveniente da finestre e lucernari circolasse liberamente, dilatando lo spazio interno non grandissimo. Michelangelo Chiti, questo è il suo nome, pensava di farne uno studio, ma trovandosi particolarmente bene ha deciso di andarci ad abitare. All’inizio qui viveva da solo, adesso ha sperimentato che ci si può vivere anche in due.

In the historical centre of Pietrasanta, a small town in the Versilia region inhabited by sculptors given its proximity with Carrara, there used to be a 19th century building, elegantly proportioned and solidly constructed, which for one reason and another the owners sold in lots. The attic appeared least promising of all, hence the low sale price. But for a young architect, Michelangelo Chiti, with an expert eye, it was an opportunity not to be missed. After buying it he opened wide low arches in the partitions so that light from the windows and skylights could provide a sensation of space to what was, in essence, contained. The architect wanted to use the attic as his studio but decided to go and live there instead. He began living there alone, but has come to the conclusion that the place is also suitable for two.

GLI ARCHITETTI
Michelangelo Chiti è nato a Firenze, dove si è laureato in Architettura. Lavora in Versilia dove ha profonde radici e un ottimo rapporto con la natura e l’elemento umano. Nel 1994 ha aperto un suo studio di architetto a Pietrasanta, dove in seguito trova accoglienza l’arch. Gaia Nebuloni, laureata a Milano nel 2000, con cui collabora professionalmente e condivide la vita. La maggioranza dei suoi progetti riguarda residenze private a Firenze, Lucca, Empoli e in Versilia. Molti sono i suoi interventi di recupero di casali nel rispetto delle tradizioni locali.

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LA MANSARDA 25

Nel centro storico di Pinerolo, antico borgo piemontese, l’architetto Loris Poët ha ristrutturato un appartamento sito all’ultimo piano di un edificio che risale al ‘400. L’intervento è stato abbastanza impegnativo, sia per l’antichità del complesso, sia perchè il lotto rientrava in una zona sismica di secondo grado. La ristrutturazione è consistita inizialmente in un restauro conservativo e successivamente nell’adattamento della struttura preesistente alle esigenze del committente. Le travi che sostengono il tetto sono quelle originali probabilmente risalenti al’400 e sono state mantenute e rafforzate con elementi in ferro per aumentarne la resistenza. Questo spazio, originariamente utilizzato come soffitta, ha un’altezza interna molto elevata e adatta quindi allo sviluppo su due piani: la parte alta adibita a studio, e quella sottostante a zona pranzo-soggiorno. Come collegamento, è stata costruita una scala a sbalzo rifinita da un parapetto in ferro verniciato di grigio.

Renovation began with a preservative restoration which was followed by the conversion of the pre-existing structure to suit the needs of the client. The rafters are all original, probably dating to the 1400s. They have been kept in place and reinforced using iron supports. This space, originally used as an attic, is very high on the interior, which makes two levels possible. The upper level has been made into a studio and the lower level into a living/dining room. Linking the two is a cantilever staircase complete with iron banister painted grey.

L’ARCHITETTO
Loris Poët, architetto, classe 1952, opera principalmente in due grandi campi: edilizia civile, con progettazione e direzione lavori su interventi di nuova costruzione e ristrutturazioni; architettura di interni e arredo con progettazione di mobili su disegno per abitazioni, negozi e ristoranti principalmente nell’area torinese, ma ha effettuato interventi a Parigi, Cap Martin, Mentone, Bordighera. Attualmente si occupa della progettazione di un centro commerciale e di alcuni fabbricati residenziali, della progettazione e arredo di uno studio dentistico e del restauro di un fabbricato quattrocentesco nel centro storico di Pinerolo. Collabora con il Politecnico di Torino nel Laboratorio di Progettazione Architettonica della Professoressa V. Donato.

In Edicola
La villa costituisce un esempio di come si possa progettare con materiali naturali ed ecologici, realizzando un edificio in armonia con l’ambiente circostante. La struttura è interamente in legno (secondo il sistema definito log frame) e presenta grandi aperture vetrate. Il prospetto est
dell’edificio è caratterizzato da una parete di cristallo con struttura in acciaio; il contrasto tra quest’ultimo elemento e il resto del complesso contribuisce volutamente ad accentuare l’originalità della costruzione.

This villa is an example of design using natural and ecological materials, resulting in a building that fits in with the surrounding landscape. The structure of the building is entirely of wood (the ‘log frame’ system) and has large windows. The East side of the building has a glass wall with steel structure; the contrast between this element and the rest of the building deliberately emphasises its originality.

GLI ARCHITETTI

Luigi Alberico, si laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano nel Dicembre 1990. Marco Giachetti, si laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano nel Dicembre 1989. Master presso la Domus Academy nel 1990. Lo studio Alberico & Giachetti architetti associati nasce nel 1995 dall’incontro di due esperienze professionali per certi versi complementari che si integrano e arricchiscono a vicenda. Il mix di esperienza tecnica e progettuale permette di affrontare le diverse problematiche
proprie di ogni singolo progetto sia nel campo dell’architettura che in quello del design e della ricerca.

LA MANSARDA 29

Alta, sui tetti della città, questa abitazione si chiude in una scatola bianca a guardare esclusivamente il cielo. La luce penetra dai velux ricavati nel tetto e le travi a vista della copertura originale sono state tinte di bianco. Se aggiungiamo la passione dei proprietari per i grandi maestri dell’architettura e del design, questo luminoso sottotetto si definisce precisamente in uno spazio di pura, abbagliante geometria, quasi una proiezione interiore che riflette il bisogno di pace assoluta, primo desiderio di chi lo abita. “Io respiro qui dentro”, confessa il giovane proprietario. E continua: “Tutti i giorni viviamo in mezzo al rumore e sosteniamo ritmi di vita frenetici. Il lavoro ci crea molta tensione e la casa, il tornare a casa, volevo che coincidesse in tutto e per tutto con la condizione di assoluta serenità “.

In the lofty heights of the city, this house enclosed in a white box looks exclusively at the sky. Light comes in through skylights, and the beams in full view of the original ceiling have been painted white. Add to this the owners’ passion for the grand masters of architecture and design and you get an attic of purely defined space and dazzling geometry, an inner projection that reflects the occupant’s primary need for absolute peace. ‘I can breathe in here,’ admits the young owner, ‘we experience the mad rhythm of our daily lives surrounded by noise. Work creates a lot of tension, so I wanted the act of coming back home to go hand in hand with a state of absolute serenity.

L’ARCHITETTO
Laura Delfino nasce a Novara nel 1968 e si laurea in Architettura al Politecnico di Milano. Si occupa inizialmente di restauro e risanamento conservativo in collaborazione con il padre, architetto anche lui e figura di grande ispirazione di tutta la sua vita. La sua progettazione di interni residenziali e di spazi commerciali si distingue per il rigore compositivo e la cura nella scelta dei materiali con un tocco sicuro e raffinato.

In Edicola
Il progetto interessa uno degli edifici più rappresentativi di Flaibano (UD), non solo dal punto di vista storico architettonico, ma anche da quello socio-culturale; una ricerca iconografica ha individuato i diversi i ruoli che il complesso edilizio ha rivestito nella storia del paese: municipio, biblioteca, casa vescovile, comando militare. La ristrutturazione ha dato un nuovo significato all’edificio, trasformandolo in una struttura di tipo mista, ricettiva e residenziale. Il volume del fabbricato è semplice: ha una copertura in legno a doppia falda e si sviluppa seguendo i limiti suggeriti dal piano urbanistico.

This is a project for one of the most representative buildings of Flaibano (near Udine), not only because of its historical and architectural value but also because of its social and cultural role. Iconographic research has revealed the diverse roles that the building has had in the history of the town: town hall, library, bishop’s house, and military command. Renovation has given the building a new role, having now been converted into a structure with a double function: tourist accommodation on the one hand, private residence on the other. The volume of the building is simple: a saddle roof in wood built to comply with the limits imposed by town planning legislation.

L’ARCHITETTO

Paolo Fenos nasce a Pordenone nel 1968. Laureato in Architettura allo I.U.A.V. di Venezia. Dal 1996 si dedica alla libera professione. Dal 1997 collabora con “scianstudio snc”. Nel 1998 vince il concorso appalto per 24 alloggi per la base USAF di Aviano. Nel 2007 consegue il
3° premio per il nuovo Centro termale e ricettivo di Cesenatico.
Nella città del Palladio, Vicenza, in un palazzo settecentesco del centro storico, gli architetti Chiara Visentin e Francesco Bortolini, titolari di Archidue Studio, hanno ristrutturato parte di un antico palazzo per una giovane coppia con una bambina: la padrona di casa è dirigente di una importante azienda internazionale mentre il marito lavora nel settore della moda. Un buon progetto nasce dall’interazione continua tra progettista e committente; in questo caso, i progettisti, educati e vissuti in luoghi intrisi di storia, l’architetto Visentin, Vicenza, e l’architetto Bortolini, Roma, hanno saputo comunicare ai loro clienti l’importanza di un progetto che conservi le tradizioni architettoniche dei luoghi, indirizzandoli verso materiali che identificassero la loro dimora come parte di un tessuto architettonico ben definito; ma allo stesso tempo hanno seguito la committenza nella scelta di pezzi esotici e di design. La zona mansardata è stata progettata in modo da creare degli ambienti spaziosi e aperti.

In an eighteenth century building located in the old part of Palladio’s city, Vicenza, architects Chiara Visentin and Francesco Bortolini, proprietors of the Archidue Studio, have renovated part of the building for a young couple with baby daughter: the lady of the house is the manager of an important international company, and the husband works in the fashion sector. The project came about thanks to ongoing interaction between architect and client. In this case the architects, born and bred in historical cities (Visentin in Vicenza, Bortoloni in Rome), have conveyed to their clients the importance of preserving the architectural traditions of a site in a project. In so doing they have directed them towards materials that makes their home fit in with a clearly defined architectural fabric, while also complying with their clients choice of exotic and designer articles. The large surface area of this attic allowed for an apartment with very large rooms.

GLI ARCHITETTI

Francesco Bortolini e Chiara Visentin sono nati entrambi nel 1967 rispettivamente a Roma e a
Padova. Bortolini si è laureato all’Università La Sapienza della sua città, la Visentin si è formata allo IUAV di Venezia e attualmente insegna Progettazione Architettonica alla Facoltà di Architettura di Parma. Entrambi fondano nel 2006 l’Archidue Studio con sede a Vicenza. Da anni lavorano e scrivono singolarmente sui temi dell’abitazione, dell’allestimento museale e del rapporto tra l’arte e l’architettura.

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