Non poteva mancare in conclusione di dibattito dello speaker corner 4 dedicato all’edilizia nel pubblico un riferimento alla tragedia del Ponte Morandi del Luglio 2018. Ne ha parlato Thomas Meyer di SGS Corporate, che ha ricordato le statistiche: i ponti che presentano cedimenti strutturali sono in realtà uno all’anno, un ritmo inquietante. Il caso di Genova è stato mediaticamente più seguito perché le conseguenze che ha avuto in termini di perdite umane sono state allarmanti, ma purtroppo si tratta solo di uno dei casi. Queste statistiche rendono la questione del monitoraggio e del controllo delle infrastrutture di estrema attualità. Si tratta di un allarme che riguarda secondo i dati non solo le grandi infrastrutture, ma anche quelle di medie e piccoli dimensioni. Ed il fatto è grave, perché la tecnologia per monitorare le strutture esiste da tantissimi anni, ma le normative da parte del Ministero dei lavori pubblici sono più indietro rispetto a quello che oggi il nostro mercato può dare, in risposta a una domanda che cresce di giorno in giorno. Meyer ricorda d’altra parte che il fatto che il ministero sia incaricato di controlli non esclude il costruttore dalla responsabilità di farne altrettanti.
Introduce quindi la metodologia proposta da SGS Corporate, una delle realtà oggi in grado di monitorare il benessere delle infrastrutture. Non ancora disponibile in Italia lo è già in nord Europa, e propone tecniche di controllo altamente affinate che si avvalgono di un sistema di sensori applicati.
Fare una preispezione per capire se il ponte ha già dei difetti, si utilizzano tecniche di controllo già presenti da tantissimi anni, si procede poi con l’installazione di sensori alimentati a pannello solare, collegati a una centralina che via gsm invia i dati, monitorati 24 ore al giorno 7 ore su sette in uno degli uffici preposti.
